Ultimo Aggiornamento venerdì 9 Aprile 2021, 4:13
Set 08, 2019 I Viaggi di Flip
A pochi Km da Torino arriviamo nella bassa Valle Susa, in zona Buttigliera Alta e, attraversando un breve viale di platani, arriviamo in un luogo, Ranverso, che sembra un’oasi medioevale, isolata e staccata dal mondo e dal traffico che brulica nelle strade limitrofe di collegamento.
Da un lato della stradina di accesso alla Chiesa c’è una panchina che sembra invitare alla concentrazione e al riposo, non dimentichiamo che siamo sul cammino della via Francigena, che i pellegrini hanno sempre percorso a piedi. La sensazione trasmessa è immediata: un luogo per appartarsi, pensare, raccogliere le idee e praticare la Fede. Un luogo che ha un’atmosfera che richiama ad una serenità naturale, spontanea.
Ci aiuta a scoprire questo angolo di mondo l’imprenditore e cultore dell’etnografia delle tradizioni Ersilio Teifreto, una sorta di cittadino onorario del posto, che qui trascorre una parte del suo tempo, da molti anni e che è anche attento segnalatore degli eventuali problemi e disservizi che la zona a volte lamenta, per situazioni legate al clima, ai trasporti, ecc.
Un piccolo borgo dominato da una Abbazia, una chiesa storica che oggi è la Precettoria di S. Antonio di Ranverso, uno dei più significativi monumenti d’arte medioevale del Piemonte, comprendente, appunto, la Chiesa, il Monastero e l’Ospedaletto.
Frutto di interventi architettonici che si susseguono, spaziando dalla fine del XII al XV secolo, il complesso della Precettoria è un esempio dello stile gotico, dominato dalla Chiesa, la cui abside slanciata conferma un’adesione al gotico d’oltralpe, con annessi Sagrestia e Chiostro.
Gli edifici circostanti costituiscono il cosiddetto ‘concentrico’, ove la struttura più rilevante è rappresentata dall’unica testimonianza leggibile dell’insieme, che dava ragion d’essere all’intero complesso dell’Ordine Ospedaliero degli Antoniani, l’antico ospedale, caratterizzato nella sua facciata dai i tratti del gotico fiorito.
Nell’interno della chiesa il gioco costruttivo del gotico è risolto in chiave decorativa, con pilastri laterizi a fascio, che reggono le crociere della navata centrale, mentre gli affreschi con Storie di S. Antonio Abate, che decorano la facciata interna, sono ascrivibili alla seconda metà del XIII secolo.
Nel 1776, con Bolla Pontificia di Papa Pio VI, l’Ordine Ospedaliero dei Padri Antoniani viene soppresso e i beni di Ranverso vengono trasferiti all’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, che tuttora reggono il complesso, visitabile dal pubblico.
Ranverso, lo ribadiamo, ci sembra un angolo di Piemonte da inserire senza indugi nei programmi delle visite della Valsusa, per respirare un’aria diversa, che sa di storia e di fede.
Mauro Pecchenino
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