Ultimo Aggiornamento venerdì 26 Aprile 2024, 4:30
Feb 22, 2024 Attualità, Italia
– Da In Italia –
La promozione della cultura in Italia è da alcuni anni sempre più debole.
Il teatro ha di solito poco spazio sui media, anche il cinema, a parte qualche festival tipo Cannes e Venezia, passa spesso in sordina. Per quanto riguarda poi i libri, la situazione è anche peggiore.
A parte una ventina di nomi italiani e una manciata di stranieri, gli altri sono praticamente ignorati e di rado si va alla ricerca e scoperta di talenti.
La meritocrazia, come sempre accade in Italia è merce sconosciuta e trascurata.
Solo il lavoro di lecchinaggio ai politici di turno, in giornali sempre molto schierati con i grandi editori e una rai lottizzata da far paura, dà qualche risultato, per gli altri c’è pochissimo spazio, così come per le novità e nessuno si cura, critici compresi, di leggere per esempio i romanzi che si affacciano sul mercato, magari editi da realtà più deboli.
Tra le librerie e i siti tipo Amazon c’è uno scollamento totale e i nomi di cui si parla e di chi vende sono sempre gli stessi, in un balletto dell’ovvio e del dejà vu.
Da qualche anno sul web sono attive alcune blogger che presentano tanti libri, anche a livello quotidiano. Fanno un lavoro interessante di diffusione, ma il loro pubblico è limitato e non fanno muovere un granché il mercato, anche per l’abitudine di privilegiare libri mainstreaming, senza un vero impegno nello scoprire chi vale veramente o senza sforzarsi di capire quando si tratta del solito ‘fenomeno politico o gossipparo’.
Tutto questo non aiuta la cultura e l’apertura del mercato. A volte ci viene da pensare che da parte della maggior parte di chi scrive o vorrebbe promuovere la cultura ci sia la convinzione che con la cultura non si mangi, come sosteneva anni fa un quasi buontempone, forse un politico.
Il panorama generale è triste e sempre bloccato alle dinamiche all’italiana degli ‘amici degli amici’ e non sembrano esserci vie d’uscita.
Alcuni giorni fa, il nostro gruppo di lavoro che provava a proporre un evento legato a un libro, si è sentito dire, dopo aver ricevuto una email generica robotizzata, da un’addetta di una delle librerie Feltrinelli di Roma, che loro lavorano solo con gli uffici stampa. Con stupore e con le scatole a terra, ci siamo chiesti se questa persona sapesse in realtà cosa fosse un ufficio stampa. Forse lo scambia per un partito politico o roba da sgranocchiare sul divano.
E la cultura italiana rimane ferma al palo. Tra l’altro permetteteci un consiglio: basterebbe imparare qualcosina dai Francesi che nella promozione culturale sono autentici maestri, senza chiusure e orticelli.
Mauro Pecchenino
Direttore Responsabile
Giornalista Professionista
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