Ultimo Aggiornamento lunedì 22 Febbraio 2021, 3:38
Feb 10, 2019 Cultura, Teatro & Cinema
Viola Graziosi in Penthy sur la bande – Foto da Ufficio Stampa NCmedia
Milano
Fino al 18 Febbraio al Teatro I di Milano va in scena lo spettacolo Penthy sur la bande, testo di Magali Mougel, regia di Renzo Martinelli. Unica interprete e protagonista Viola Graziosi che indossa le vesti della Pentesilea di Kleist, nella versione del mito in cui è la regina delle amazzoni ad uccidere Achille.
A creare l’ambientazione uno spazio scenico non separato, lievemente cupo e spogliato del superfluo, degno della nozione di teatro ‘povero’ di Grotowski. Ad arricchire il tutto c’è una regia con luci geometriche ed intermittenti in cui la fa da padrona la tecnica olofonica, che permette all’artista di sussurrare la sua storia direttamente nelle orecchie dello spettatore.
Si viene presi per mano e accompagnati attraverso un’esperienza sensoriale per ricostruire la trama come un puzzle, che si compone partendo dai lati.
Il testo è tagliente, sfacciato e fa uso di parole che rimandano alla crudezza della narrativa omerica, nel descrivere lo scempio dei cadaveri in seguito alle battaglie, inserendo però i personaggi in una realtà più attuale. La storia è quella di un amore tradito, più che nella carne, nel progetto di vita insieme, tipico della coppia. Penthy inviata da un consiglio di donne ha il compito di fermare le ostilità sulla ‘striscia’, dove il suo Echi, solo apparente vittima, ha scelto di combattere al fianco di quello che prima era il nemico. La natura umana ha il sopravvento e Penthy, mossa da rabbia e rancore progetta la morte del suo Echi, gli spara e poi ordina ai suoi cani di cibarsi delle sue carni, banchetto al quale lei partecipa mangiando il cuore del traditore. L’uso dell’olofonia costruisce un coro di voci che, come un eco, rimbombano nella testa dello spettatore e della protagonista che non riesce a non pensare alla ferocia del suo gesto di follia che la perseguita; lei però non è pentita, racconta la sua storia con un mix di follia e di sensualità, essendo consapevole e giudicando inevitabile questa conclusione.
Tutto il pezzo viene affrontato “sur la bande” del limite, tra natura umana e morale razionale, esplorando l’oscurità che risiede dentro ognuno di noi, il nostro incubo: la capacità di scegliere tra pulsione e razionalità con consapevolezza, accettandone le conseguenze di fronte all’occhio critico dei più.
Il magistrale uso della mimica facciale e la straordinaria interpretazione di Viola Graziosi affascinano e riescono a distrarre in alcuni momenti dalla crudezza della scena rappresentata.
È uno spettacolo che incanta e conquista a tal punto che il giudizio morale diventa superfluo ed è adatto a chi è disposto a mettersi in discussione e a chi ha voglia di immergersi in questa nuova esperienza sonora.
Chiara Meloni
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