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Dic 31, 2017 Lifestyle, Società
Il cibo, sempre, è una moda.
Ogni tanto a ora tarda ci capita di intravedere una noiosa trasmissione RAI, condotta da un anziano ossequioso conduttore, tutta dedicata al cibo, alle diete, allo stare attenti alle contaminazioni tra un cibo e l’altro, nel frigorifero o anche usando un semplice coltello per affettare le varie parti. C’è spesso un signore che parla di cibo e che abbiamo visto candidato alle elezioni prossime, qualche cuoco e un po’ di gente non meglio identificata. Un talk show sulla paura, si potrebbe dire, sul terrore dei cibi che fanno male, tra raccomandazioni, fregnacce e consigli, come se nutrirsi fosse un’impresa, come scalare il K2.
Alla fine di queste robe inutili, sembrano avere tutti ragione: i vegani, sempre più assolutisti, i vegetariani, i carnivori, gli onnivori, gli animalisti, sempre condotti dalla mania e la moda delle contrapposizioni, come accade da sempre in Italia, dai tempi dei guelfi e ghibellini.
La rete in più mette tutti, contro tutti, in un balletto del litigio che fa venire a noia tutto, o quasi, compreso il cibo che dovrebbe essere un piacere e basta.
A volte, ci tornano alla mente, oltre alle esperienze dirette, i racconti dei nostri nonni, che passavano tante ore in campagna e ci raccontavano della vita nei campi.
Sole, spesso freddo e un po’ di intemperie, tanto pane e formaggio fatto la sera dalle donne, latte bevuto spesso appena munto, direttamente dalla mastella, molti pomodori e cetrioli, qualche carota e zucchine, un po’ di insalata, zuppe e vari bicchierozzi di vino.
E tutti questi uomini e donne che mangiavano con gusto queste cose, usando un solo piatto e un solo coltello per tutti e tutto, lavandosi le mani sporadicamente, campavano in salute, almeno fino a 75 anni e spesso arrivavano oltre gli 85.
E oggi cosa accade? Tante precauzioni e timori, tante chiacchiere e proclami di vivere a lungo, e poi la gente si ammala con una facilità che sfiora il quotidiano. Come mai, che spiegazione si dà?
Al talk show noioso l’ardua risposta.
Linda Salucci
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