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Mar 05, 2022 Attualità, World Wide
Mauro Pecchenino – Foto by Teauguroermejo
Il nostro Giornale non è quasi mai intervenuto nei due anni di pandemia, lasciando spazio al grande circo dei virologi & Co, che imperversavano su tutti i media, dando interviste, apparendo e scrivendo anche libri.
Nei confronti della guerra dei Russi, iniziata nel 2014, non siamo mai intervenuti con nostri corsivisti o con chi scrive queste righe. Già in tanti diffondevano strilli.
Oggi vogliamo solo ricordare e gridarlo che la guerra è dramma totale, il dramma più grave, coinvolge tutti, ma soprattutto i bimbi, gli anziani, i poveri.
Da un momento all’altro, si rimane senza un tetto, senza cibo, senza affetti, tutto ci viene portato via, perché di solito i più forti, chi ha il potere, la pancia piena e il portafogli in bella salute, giuoca a fare la guerra, viene preso dalla sindrome del soldatino. Di solito, chi vuole la guerra è un uomo o un gruppo di uomini, alla base dei poveri sfigati che, solo armando gli altri e distruggendo, può dimostrare di esistere. Poi ci sono gli altri, i leccaculo, i peones, e sono la maggior parte, che vanno dietro agli amanti della guerra per un tornaconto personale, non essendo in grado di fare nulla, per vivere con le proprie forze.
La guerra è una roba da pazzi, da poveri di mente e spirito, gentaglia che vede solo nella violenza e nell’annientamento la via ad un risultato.
Ed è così in tutte le guerre, da quelle contro le donne e contro chi ci appare diverso, a quelle con le armi. Gli elementi sono sempre gli stessi: voglia di sopraffare gli altri, quasi sempre per debolezza personale. I dittatori sono dei deboli, uomini malati con la sindrome di chi ce l’ha più lungo. Bisognerebbe fermarli prima, renderli innocui, ma non è facile. Anche Putin è stato per anni lasciato libero di fare il bello e il cattivo tempo e molti lo incensavano, nel mondo, anche in Italia, da Gasparri, Berlusconi, Salvini (chiunque può leggere le loro dichiarazioni ammirate sul soggetto russo). In generale, è stata sottovalutata la sua piccolezza, sfociata in spocchia violenta.
Ora sembra tardi anche per fare diplomazia.
Che dire? Noi non lo sappiamo, ma siamo preoccupati, molto. Preghiamo che la gente possa resistere e sopravvivere, chi ha fede sa cosa fare.
Mauro Pecchenino
Direttore Responsabile
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