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Feb 18, 2020 Attualità, World Wide
Molti di questi personaggi avevano furbescamente appoggiato “mani pulite” per non essere inquisiti. Quando ricevevano avvisi di garanzia, collaboravano con i magistrati e ne uscivano indenni o con pene lievi. Quale legge prescrive di condannare i cosiddetti “corrotti” e di lasciare liberi i corruttori? Molti di questi personaggi sono entrati, poi, in prima persona, in politica o in centri di potere di alto livello.
In uno degli incontri, avevo chiesto a Craxi il motivo del ritorno del Partito Socialista al Governo, dopo che tutta la sinistra lo aveva esaltato per le sue prese di posizione a favore di Arafat, che il leader socialista aveva paragonato a Mazzini in un celebre discorso in Parlamento. La CGIL gli aveva tributato un’ovazione, dopo il suo intervento al congresso nazionale di questo sindacato, dove Craxi aveva affermato che coloro che avevano goduto di grandi profitti, avrebbero dovuto ridistribuirli con i lavoratori e con i ceti più deboli. Nella stessa sede aveva, coraggiosamente, ribadito la sua linea e le ragioni della sua vittoria, ottenuta durante il referendum sulla scala mobile. Come risposta alle mie obiezioni sul ritorno al Governo, mi aveva detto che tanti dirigenti volevano fare il Ministro e che non erano disposti a stare all’opposizione e che questi dirigenti si erano creati feudi autonomi e potenti.
Tuttavia, aveva presente molto bene il problema ed aveva messo in campo alcune soluzioni. Al congresso di Bari aveva criticato i “notabili” del partito ed aveva promosso un grande rinnovamento, inserendo i nuovi quarantenni in posti di rilievo. In quest’ottica ero convocato e tenevo lunghi incontri con lui, che mi chiedeva, a volte con mia sorpresa, il parere su questioni politiche nazionali ed internazionali. Mi aveva invitato a lavorare a Roma con lui. Già allora gli avevo esposto preoccupazione, perché alcuni di questi dirigenti stavano tramando contro di lui, ma non voleva accettare questa realtà, ritenendo che essi cercassero solo un proprio spazio. Su sollecitazione della sua fedele segretaria, Enza Tomaselli, avevo ripreso l’argomento, citando particolari sconcertanti, ad esempio dell’appoggio da parte di gruppi malavitosi a esponenti socialisti (si vedano, a questo proposito, i processi contro la cosiddetta P3) e la cosa lo aveva impressionato. In merito, molti dimenticano le grandi battaglie contro la droga di Craxi e contro le associazioni criminali che, attraverso il narcotraffico, stavano acquisendo enormi patrimoni ed un grande e pericoloso potere.
Nei dibattiti e nei programmi che ricordano Craxi, non ho visto una questione che spiega uno dei temi centrali riguardanti il 1992 e le conseguenze determinatesi con le inchieste della magistratura. Nei sondaggi prima delle elezioni politiche, infatti, il PDS era accreditato a poco più del 16%; il Psi era dato al 18%: Craxi stava per raggiungere, così, il suo sogno, di sorpassare i comunisti (essendosi Rifondazione Comunista scissa e Craxi aveva favorito tale evento, anche con cospicui finanziamenti) e di creare un Governo dell’alternanza, come avveniva in tutti i paesi europei, con un Partito Socialista forte, nell’anniversario del centenario della nascita. Nell’imminenza di questo fatto storico, molti si erano prodigati, con tutti i mezzi, per far fallire questo disegno.
Dopo la primavera del 1993 non ho più incontrato Craxi. Ricevevo sue notizie e alcuni suoi scritti, con dedica, attraverso il mio carissimo amico Monsignor Lino Lozza, che lo visitava spesso ad Hammamet, colloquiando di politica e di fede. Monsignor Lozza mi aveva anche informato di diverse minacce nei confronti di Craxi, anche in terra tunisina.
Man mano che trascorrono gli anni, analizzando dal punto di vista storico il percorso umano e politico di Craxi, emergono sempre di più e si compongono nitidamente i tratti di un forte uomo politico, di un vero statista, che ha lavorato costantemente per mantenere la sovranità e il prestigio del suo Paese, che ha combattuto per la libertà dei popoli ed ha lottato per lo sviluppo di tanti Paesi poveri e sottosviluppati.
Carlo Bolognesi
(Sociologo)
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