Ultimo Aggiornamento mercoledì 22 Marzo 2023, 4:35
Mag 13, 2020 L'editoriale
Mi chiedo con sgomento, come sia possibile che gli Stati Uniti non riescano a trovare un paio di candidati decenti per la Presidenza della Repubblica. Dopo i giovani Clinton e Obama è stato un susseguirsi di anziani stonati e tromboni, fino al soggetto attuale che, povera America.
Da bambino e adolescente ho studiato alla scuola Americana della mia città, dove imparavamo l’inglese e tutto ciò che riguarda la vita, la civiltà, gli usi e costumi di quel grande Paese. Ricordo Helen Fisher, la mia prima insegnante, un’americana di origine Australiana, ci raccontava cose che a noi sembravano favole: i self service, la libertà, la capacità al viaggio, il ruolo e il sistema di studio, la forza nello sport, come chiave futura, l’essere liberali, tutta roba da fantascienza. E per me bambino Stati Uniti voleva dire essere avanti decine di anni, New York, Harvard, la Silicon Valley, le praterie, il MIT di Boston. Crescendo ho provato da vicino tutto questo e, pur rimanendo dentro di me, più Inglese che Statunitense, ho sempre ammirato la rotta americana, l’andare avanti verso una meta che mi appariva precisa. Da alcuni anni, l’America della mia infanzia, formazione e crescita si è impantanata in chiusure e divieti, in continui cambiamenti di opinione e di rotta, in un cammino folle e ubriaco, degno di chi, maldestramente e senza senno, guida la baracca. Tra breve ci saranno le elezioni e il Virus mostra un Paese senza costrutto e visione. Tutto è lasciato alla follia di una giornata, di una mattinata, di una dichiarazione, di un briefing. E le università dove sono ? E i centri di opinione? Non ci sono nuove menti? L’USA sa esprimere solo un pachidermico nulla, gonfio di niente. Il ricordo dell’America della mia infanzia, mi lascia stupito.
A presto. See you soon. A la prochaine
mauropecchenino@icloud.com
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