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Feb 11, 2017 Arte & Musica, Cultura
By Billy Name Linich The Great- The Silver Age
Genova
Il magnifico Palazzo Ducale di Genova ospita sempre mostre interessanti, con una ricerca precisa di non cadere mai nella banalità. Solo una volta rimanemmo molto delusi con la sempliciotta “Van Gogh e il viaggio di Gauguin”
Questa volta con Warhol – Pop Society, curata da Luca Beatrice, l’organizzazione del Ducale raggiunge una delle vette più alte di interesse, perfezione e originalità, tenendo conto anche del protagonista, ritenuto da alcuni solo un piccolo genio “commerciale”, tout court.
La mostra nel capoluogo ligure è un excursus completo e dettagliato sulla forza innovativa e dirompente di Andy Warhol. Prima di lui non esisteva l’arte contemporanea e, dopo quasi tutto, a lui si ispira. Un po’ come è accaduto nella musica con i Beatles, i Rolling Stones e Leonard Cohen.
Andy Warhol è stato molte cose: pubblicitario, fotografo, disegnatore, pittore, regista, manipolatore, produttore, genio dell’innovazione che cambia, cancella, trasforma il presente e il passato. I suoi lavori possono non piacere, ci mancherebbe altro, ma la sua creatività ha dato il via a tutto ciò che bene o male si è visto dopo: dall’arte, alla pubblicità, al visual in generale.
Un grande pregio della mostra al Ducale è anche il dare spazio alla Factory, la creatura, fucina di idee, che Andy creò e sviluppò a NYC, anche grazie all’apporto di molti giovani collaboratori e in particolare Billy Linich Name, il geniale fotografo scomparso pochi mesi fa.
Warhol aveva la pazzia del genio, pensava, creava, rompeva, distruggeva, lasciando sempre il segno.
E’ un vero peccato che Andy non sia ancora tra noi: immaginatevi cosa avrebbe fatto e inventato al cospetto della Rete e dei social network.
Lo ribadiamo: una mostra da non perdere, da visitare con calma, con almeno due/tre ore a disposizione.
All’uscita, Genova con i suoi palazzi, i caruggi e le sue bontà gastronomiche completerà una giornata di soddisfazione e libertà.
Mauro Pecchenino
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