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Lug 03, 2019 Attualità, World Wide
Nella sessione inaugurale di insediamento del nuovo Parlamento europeo a Strasburgo, i rappresentati del Brexit Party di Nigel Farage e alcuni deputati francesi del gruppo sovranista Identità e democrazia sono rimasti seduti o hanno voltato le spalle durante l’esecuzione dell’inno europeo.
Un gesto di dissenso che ci appare deprecabile sotto diversi punti di vista. “Alzarsi in piedi è una questione di rispetto, non significa condividere l’Ue, anche quando si ascolta l’inno di un altro Paese ci si alza in piedi”, ha detto Antonio Tajani, che presiedeva l’Aula, riscuotendo un applauso da parte dei colleghi. Si è trattato indubbiamente di una irragionevole mancanza di rispetto non solo nei confronti degli altri deputati, ma soprattutto verso un’istituzione democratica che – piaccia o no – ha avuto un ruolo fondamentale nella nostra storia degli ultimi sessant’anni circa.
Probabilmente può esser utile ricordare che per rendere tangibile l’idea di Europa e costruire un’identità comune riconoscibile in tutto il mondo, il Vecchio Continente ha individuato diversi “segni”, che – a quanto pare – forse non sono stati tuttavia sufficienti a costruire un demos europeo.
Gli elementi simbolici individuati sono diversi; il più noto forse è la bandiera, dodici stelle dorate disposte in cerchio su uno sfondo blu. La bandiera è nata nel 1955 grazie al Consiglio d’Europa, che ne ha approvato il disegno e i sui simboli. Nel 1985, i capi di Stato e di governo dei paesi membri ne hanno fatto l’emblema ufficiale della Comunità europea, poi diventata “Unione europea”.
Per solennizzare l’idea di pace e unità è stata anche prevista la festa dell’Europa, che cade il 9 maggio, anniversario della storica dichiarazione del 1950 di Robert Schuman, ministro degli Esteri francese, che viene considerata l’atto di nascita dell’Unione europea.
Un altro elemento che avrebbe dovuto favorire l’identità europea è il motto: “Unita nella diversità”. Adoperato per la prima volta nel 2000, sta ad indicare come l’UE voglia conciliare la pace e la prosperità comune, pur mantenendo la ricchezza delle diverse culture, tradizioni e lingue del continente.
L’inno al quale gli inglesi sostenitori della Brexit hanno voltato le spalle è una melodia tratta dalla Nona sinfonia di Beethoven, l’Inno alla gioia. Nel 1972 il Consiglio d’Europa scelse questo tema musicale per sottolineare il valore degli ideali di libertà, pace e solidarietà.
Dunque voltare le spalle durante l’esecuzione dell’inno significa disconoscere l’Europa, la sua storia, la sua identità, gli ideali, i valori. Non ultimo, quegli eurodeputati hanno commesso un gesto molto sgarbato verso l’ensamble che suonava l’inno dal vivo.
Angelina Marcelli
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