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Mar 25, 2017 Cultura, Teatro & Cinema
Giulia Rupi, protagonista della pièce – Foto Ufficio Stampa
Roma
Risiko! È un testo che Francesco Apolloni, regista, scrittore e attore scrisse oltre vent’anni fa, quando era un giovanissimo che si affacciava al mondo dello spettacolo. Era un testo interessante sul desiderio di potere, sulla voglia di ergersi a capo, il tutto a scapito e sulla pelle degli altri.
Il risiko diventa così il gioco metafora di chi vuole a tutti i costi, senza guardare in faccia nessuno, annientare, avere la supremazia, anche se è un minus habens senza arte né parte.
La pièce venne messa in scena all’epoca con Lucrezia Lante della Rovere e la ricordiamo al Teatro della Cometa.
Ancora al Teatro della Cometa viene rimesso in scena lo spettacolo con la regia attenta e mai banale di Vanessa Gasbarri e una nuova compagnia di giovani interpreti, avvolti dalle musiche di Jonis Bascir, invasive e necessarie.
La messa in scena mette in evidenza soprattutto la pochezza del gruppo di giovani che per ottenere un successo farebbero qualsiasi cosa: ingannano, tradiscono, annientano, stuprano, si fanno del male a vicenda. Un gruppo di facce da culo senza idee e costrutto, illuse di arrivare da qualche parte, senza ben sapere dove.
Lo spettacolo è ben confezionato, a tratti anche avvincente. Il testo è senza dubbio ancora attuale, in particolar modo nello sfacelo attuale della politica italiana.
L’aspetto che ci ha convinto meno è la recitazione. Sopra le righe, immatura, non riesce a creare il pathos che il testo vuole trasmettere. In alcuni momenti, sembra una recita di fine corso.
L’unica interprete che merita un discorso a parte è Giulia Rupi, nella parte della cameriera che sperando forse di migliorare il proprio futuro, si lascia coinvolgere in un gioco al massacro che la distrugge. Giulia Rupi domina la scena, con padronanza della voce e dei gesti, è l’unica che sa tenere i tempi senza strafare. A tratti, riesce a dare una sfrontata simpatia al suo personaggio. Dotata di fascino e tecnica è la vera protagonista del lavoro.
Mauro Pecchenino
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