Ultimo Aggiornamento lunedì 23 Gennaio 2023, 5:57
Gen 15, 2017 Lifestyle, Società
Parigi
Dopo Roma, Milano, Londra, andiamo a vedere da vicino la Parigi di questo inizio anno, tra notizie di attacchi terroristici che bloccano il respiro. E prendendoci due giorni per girare in lungo e in largo la metropoli, cerchiamo di scorrere con il pensiero gli ultimi trent’anni di nostri ricordi, in questa città che amiamo, tra i boulevard e le piccole rue del centro storico. Una città sempre viva, con i suoi abitanti un po’ sempre con la puzzetta sotto il naso, con i loro ouè scanditi ogni secondo. Una città sempre interessante, accogliente, esclusiva, nonostante le frotte di turisti da tutto il mondo e con i soliti italiani caciaroni che vengono qui e non si capisce cosa stiano cercando, tra un urlo e una sbirciata al solito cellulino. Girando la capitale francese, ci si rende conto abbastanza in fretta che i suoi abitanti fanno di tutto per non cambiare la propria vita e abitudini. I bistrot sono pieni per tutta la giornata, ai cinema ci sono le file, i ristoranti e le brasserie hanno qualche tavolo vuoto e alla sera chiudono prima, ma nel complesso tengono. I musei hanno sempre tanti visitatori e i luoghi di culto, sia quelli più popolari, sia quelli di nicchia, registrano una grande affluenza. Insomma, tra le strade di Parigi, sembra che si voglia rispondere al terrorismo che l’ha ferita nel profondo con la vita e con le sue abitudini quotidiane. Tra le città che abbiamo fino ad ora visitato per tastarne il polso, la capitale francese ci sembra quella che ha reagito meglio alle difficoltà di questi anni. Un signore, faccia alla Marcel Bozzuffi, addetto alla sicurezza di un palazzo, che incontriamo in un petit bistrot storico di rue Hautefeuille, ci dice: “Dobbiamo continuare la nostra vita, altrimenti diventiamo schiavi della paura e facciamo il gioco malefico di chi ci vuole distruggere”. Nella sua semplicità, questa è una risposta di vita.
Mauro Pecchenino
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