Flipmagazine Le città italiane e il cibo sprint

Le città italiane e il cibo sprint

Gen 28, 2017 Attualità

by My healthy living coach

Come è cambiato il panorama del cibo, per chi vuole fare uno spuntino veloce.

Quando si girava all’estero da giovanissimi, con pochi soldi e tanta voglia d vedere, scoprire e imparare, il problema principale era poter mangiare una cosa senza spendere troppo, un paio di volte al giorno. Nelle capitali europee, a New York e in altre grandi città degli Usa non c’erano mai problemi: in ogni angolo si trovava un baracchino che vendeva qualcosa, oppure tanti fast food, self service e cafeterie, come si chiamavano alcuni decenni fa i self service più rapidi e popolari.

In Italia invece, a parte Roma, c’era il problema che a oltre ai bar, che offrivano solo qualche toast e panino e le rosticcerie, che in alcune città (Genova in testa) offrivano leccornìe buone e sazianti, l’unica alternativa economica erano i panettieri con i loro panini al salame o al prosciutto e le già care pizzerie.

La globalizzazione, l’abbattimento delle frontiere e delle culture (anche se ora si torna vergognosamente a parlare di muri) e il mondo che si mescola hanno facilitato i viaggi di chi non può o non vuole spendere per le pause pranzo e cena, durante un viaggio. E anche l’Italia si è adeguata. Oggi è tutto un pullulare di piccoli locali che offrono di tutto.

Non sempre, ahinoi, sono a buon mercato. Anzi, essendo diventati un numero infinito, si fanno una concorrenza forte e i prezzi si alzano.

Il prezzo è l’unico lato debole tra alcuni di questi locali, che non capiscono che imitare i ristoranti, con prezzi fuori mercato per chi offre tovagliette di carta, tavoli, servizio e confusione è il solo vero errore.

Laura Garaventa di Garaventa