Ultimo Aggiornamento mercoledì 2 Aprile 2025, 2:42
Nov 06, 2021 Lifestyle, Società
Sonny Colbrelli
Il 2021 verrà ricordato in positivo come l’anno delle vittorie sportive italiane, partendo dagli europei di calcio, le Olimpiadi, le Para-Olimpiadi, gli europei di Volley Femminile e maschile, ma soprattutto per gli amanti del ciclismo per l’anno che ha consacrato un grande campione, Sonny Colbrelli.
L’anno magico di Sonny parte con la vittoria al campionato Italiano di Imola, prosegue a Trento con la gara perfetta che lo consacra campione europeo, e finisce con l’incoronazione sul pavé più famoso al mondo, quello della Parigi-Roubaix, vincendo una gara che non vedeva il Tricolore da 22 anni con Tafi.
Prima di Colbrelli solo corridori del calibro di Ballerini, Moser, Gimondi, Bevilacqua e Coppi avevano domato queste impervie strade, e mai come quest’anno l’inferno del Nord, come viene chiamata questa gara ha dimostrato la sua durezza, la sua bellezza, donando agli appassionati di ciclismo un ricordo che rimarrà indelebile.
Ma chi è il Cobra?
Sonny Colbrelli soprannominato il “Cobra”, nasce trentun anni fa a Casto un piccolo paese di 1650 anime in Valle Sabbia, una delle valli Bresciane verso il Trentino Alto Adige, fatta di grandi lavoratori, persone schiette e sincere, un paese dove trovi o salite o discese, poiché le uniche parti pianeggianti sono le due piazze del paese, Piazza Passerini quella centrale e il piazzale della chiesa. Percorrendo queste strade, sia usando una vecchia “graziella” o una mountain-bike sentiresti nelle gambe la strada percorsa e questi sono stati i km che hanno formato il Sonny di oggi.
In questo ambiente si potrebbe leggere la sua carriera, sapere cosa vuol dire lavorare duro, fare i turni in fabbrica, sapere che nessuno ti regalerà mai niente, poter contare sulla famiglia, gli amici di sempre, i compagni, ogni salita percorsa da piccolo si ripresenta ad ogni caduta, ogni piazzamento, ogni malanno che non hanno permesso di eccellere di tagliare per primo l’arrivo, sono uno sprono a riprovare a migliorarsi, per sentire quella brezza fresca sul viso che provi solo quando alzi le mani al cielo dalla tua bicicletta e di fronte a te hai il traguardo, la vittoria.
Quello che resterà scolpito nella mente e nei cuori di chi ama questo sport, oltre alla parte sportiva è la parte umana di Sonny. Dopo la maglia Tricolore guadagnata a Imola, arriva quella di campione d’Europa sulle strade di Trento e dulcis in fundo la scivolosa, fangosa esaltante bellissima vittoria alla Parigi-Roubaix. E qui quel ragazzo che ha affrontato tante salite si gode la sua discesa, le sue mani alzate al cielo, il fresco sul viso e il sapore della vittoria, cercata da sempre, voluta e che, da bravo operaio, hai lavorato per ottenerla.
Dopo i traguardi ci si potrebbe aspettare una reazione di superiorità, di sfrontatezza, invece abbiamo assistito ad un atleta, un uomo che sa piangere, un pianto incontenibile che arrivava dal profondo, le lacrime versate dopo Trento e Roubaix erano i secondi posti, le febbri, le croste sulle braccia e sulle gambe dovute alle cadute, che non avevano permesso di esser lì dove eri in quel momento. Lacrime che diventano di gioia sapendo di aver reso orgoglioso quel nonno che credeva tanto in te, fino ad esplodere sul podio in un bellissimo sorriso, il sorriso di chi è consapevole di cosa ha fatto e di cosa potrà fare.
La consacrazione di Sonny Colbrelli è stata una piacevole scoperta per chi non lo conosceva e una conferma per chi lo segue da sempre, e siamo sicuri che nel 2022 arriveranno molti altri morsi del Cobra!
Marco Granello
Web Journalist
@sonnycolbrelli
@BHRVictorious
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