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Giu 12, 2011 Attualità, Italia
Mesi fa era stata polemica riguardo alla situazione dei giovani italiani: senza distinzione di sesso, sono tutti ancora in casa con i genitori, fino ad età adulta.
Sono stati presi di mira da una serie di trasmissioni televisive, descritti come parassiti della società, infantili e inconcludenti, sfruttatori dell’amorevole sostegno della famiglia. Insomma i media si sono scatenati, i pro e i contro sono stati sviscerati e i soliti panni sporchi sono stati messi in piazza ed è statoun gran “can can”!
Poi qualcosa si è mosso, qualche voce scontenta è arrivata a destinazione: Bamboccioni a chi?
Abbiamo ascoltato la voce di alcuni giovani, ragazze e ragazzi dai 20 anni ai 35 che si danno da fare con tutte le loro forze. Studiano, lavorano, si spostano da una città all’altra, si sforzano di non essere di peso per i propri cari. Certo, molti vivono ancora con i genitori o usano la loro casa come base per gli spostamenti, ma cosa fanno nel frattempo?
Filippo ha 26 anni, studiava architettura ma dopo unpo’ si è reso conto che non faceva per lui. Ha lasciato l’università ma, per non essere un peso alla famiglia, ha cercato lavoro. Ora fa il barista, con orari massacranti ed una paga pessima ma non si lamenta; anche se per i genitori non sarebbe un problema mantenerlo, lui preferisce lavorare e dare il suo contributo. Inoltre, oggi che sono passati un paio d’anni dalla sua scelta ed ha ritrovato un suo equilibrio, sta considerando l’idea di rimettersi a studiare… a tempo pieno? Certo che no, lavorerà e studierà contemporaneamente.
Silvia ha 22 anni, studia alla Statale di Milano ma viene da Padova. Riesce a pagarsi un posto letto in un appartamento con altri quattro ragazzi e lavora come stagista a tempo pieno per un’agenzia di PR che non le paga neppure il rimborso spese. Per fortuna, ci dice, tra poco lo stage finirà ed è sua intenzione tornare a Padova. A Milano, infatti, gli affitti sono troppo alti e non vuole pesare sui genitori. E come farà con l’università? “Semplice,” ci dice lei, ”farò la pendolare e studierò molto a casa…. ma continuerò a cercare lavoro.”
Roberto ha 24 anni e lavora come magazziniere in una farmacia. Lavora da quando ha finito la scuola superiore per dare una mano in casa. Avrebbe voluto continuare a studiare, il suo sogno sarebbe diventare un medico, ma non può e, così, da quattro anni ogni mattina si reca al lavoro. Per adesso va bene così; forse se le cose si metteranno meglio negli anni a venire, potrà iscriversi all’università e lavorare part time.
Gianluca ha 34 anni, è laureato in lingue alla Statale di Milano e ha superato il concorso per diventare insegnante. Purtroppo non ha ancora un posto fisso e da cinque anni gira da una scuola all’altra, sperando, di anno in anno, di venire immesso in ruolo e di poter, finalmente, cominciare a cercarsi una casa tutta sua e di poterne pagare il mutuo.
Margherita ha 30 anni, ha potuto studiare in Bocconi ma si è sempre data da fare. Mantenendo i voti alti si è conquistata un posto nelle Case dello Studente dell’università; ha lavorato per tutto il periodo degli studi e ha vinto una borsa di studio che le ha permesso di andare alcuni mesi in Messico. Lì si è fatta apprezzare e, una volta laureata, è stata richiamata e assunta. Avrebbe potuto rifiutare, il Messico non è proprio dietro l’angolo, eppure ora è laggiù e spera, un giorno, di ritornare a vivere in Italia .
Anna ha 24 anni, si sta laureando (laurea Magistrale) in lingue alla Statale di Milano e vive con i genitori. Non lavora e viene mantenuta ma non sta certo perdendo tempo. Ogni giorno, da quando ha iniziato l’università, studia indefessamente e mantiene una media altissima. Con i genitori ha fatto un patto: loro la mantengono per tutto il periodo dell’università e lei fa dello studio il proprio lavoro. Perché allungare gli anni dedicati allo studio? Lavorare e studiare insieme significa metterci molto più tempo ed energie per fare bene entrambi. Così, sarà sul mercato del lavoro prestissimo… e, se tutto va secondo i suoi piani, a luglio sarà già dottoressa.
Diego ha 27 anni, non ha potuto continuare gli studi universitari e da quando ha compiuto la maggiore età lavora. È uscito fuori di casa appena possibile, si è fatto valere e, nonostante numerosi errori e delusioni, è sempre andato avanti a testa alta, evitando di pesare sulla famiglia. Ora è in Francia, a tentare di portare avanti un proprio progetto perché, ci dice, “lo Stato francese è più propenso ad aiutare i giovani con buone idee.”
Questi sono solo pochi esempi, potremmo continuare ma preferiamo fermarci qua.
Giudicate voi se si tratta di Bamboccioni.
E.D.A.
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