Ultimo Aggiornamento sabato 13 Luglio 2024, 2:43
Ritratto di Marco Sacco
Frequentiamo la Francia dall’età di dieci anni e grazie ad amicizie e ad impegni professionali, abbiam provato le proposte di Alain Ducasse, Paul Bocuse, Guy Savoy. Poi siamo arrivati in Italia da Marchesi con il suo riso dorato e il piatto multiplo. Poi abbiam mangiato alle tavole dei cuochi inglesi Ramsey in testa e, ancora, da Adrià, Bottura, Cracco, Pinchiorri e molti altri. Tutta gente che a volte (non sempre) privilegia il fumo (ben fatto) all’arrosto (inesistente).
Questo tipo di cucina, creativa, ma anche fine a se stessa, egocentrica, per forza “artistica” non ci ha mai convinti e catturati. Continuiamo a preferire la cucina di Alberto Vitale, cuoco bergamasco schivo, che opera in Brianza e che fa piatti gustosi, soddisfacenti, colmi di odori e sapori. Le cucine dei cuochi da televisione o i cuochi personaggi ci hanno, quasi sempre, rotto le palle.
Poi abbiamo conosciuto Marco Sacco, le sue esibizioni fuori da casa e il suo Piccolo Lago, ricco di ricordi e tradizioni. A parte la bellezza del venue, che in certe giornate sembra un paradiso, c’è una cucina creativa, che cerca gli ingredienti, li studia, li sviscera e li propone, con una professionalità e una gran dose di serietà. Una cucina che sentiamo vera, perché lo chef Sacco ci è sempre sembrata una persona autentica.
Quel signore lì, un po’ timido, sorridente e che ci crede, ci sembra che porti in tavola piatti veri, nonostante gli obbligatori fronzoli delle due stelle Michelin. E ci pare vera la sua crew, fatta tutta da giovani, con l’eleganza professionale del sommelier Alessandro Mantovani a far da punta dell’iceberg.
Abbiamo di recente partecipato ad una presentazione dei piatti della nuova stagione appena iniziata, dopo un viaggio di Sacco in Oriente. Abbiamo assaggiato alcuni piatti interessanti e quello che ci ha coinvolti di più è stato Acquario vegetale, gran sinfonia di sapori e aromi.
Per il resto: il servizio è all’altezza, la lista dei vini superlativa, i dolci da manuale.
In definitiva, Marco Sacco ci ha un po’ conciliati con la cucina degli chef, eppoi uno che rivisita la Carbonara, ricetta intoccabile de Roma bbella, deve essere uno che per forza ci crede.
Mauro Pecchenino
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