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Apr 17, 2014 Attualità, Italia
Reggio Emilia
Ci siamo trovati nella città del Tricolore per impegni di lavoro e, solo alla fine di una riunione, abbiamo saputo che la sera nella piazza del centro storico cuore della città ci sarebbe stato un incontro con Beppe Grillo.
Occasione ghiotta per noi, non avevamo mai incontrato il monologhista del vaffanculo, al di fuori dei luoghi dello spettacolo, come teatro, televisione e alcune sporadiche e deludenti partecipazioni cinematografiche. Piazza Prampolini, con il Municipio e il Duomo a dominare la scena, in una tiepida serata primaverile è gremita da alcune migliaia di persone che quasi fatica a contenere. Ci sono cittadini di ogni età, dai bambini agli anziani. Lui, il genovese urlante arriva con il solito aspetto da capopopolo: riccioloni bianchi lunghi al vento, un giubbetto blu, un paio di pantaloni casual e la voce ben oliata. Attacca a parlare e va avanti per più di un’ora. In pratica, non prende mai fiato. Se la prende con tutti, inveisce su tutti, disegna un oggi fosco, torvo, pieno di corruzione, malefatte, mafia, politici ladri, bugiardi, corrotti, uniti alle realtà più criminali e turpi. Non salva nessuno, non ha una parola positiva per niente e nessuno. La folla sembra rapita, applaude ad ogni invettiva, ride, si vede che è partecipe. Un collega di un giornale locale, mi dice che con gli altri leader di solito la piazza è piena al massimo per due terzi. Non si può negare, l’impatto è dirompente e dà la sensazione di aver i cittadini in pugno. Dice tante cose, tante parole in corsa insieme, quasi senza filo conduttore. Non presenta programmi, non fa proposte, promette solo una cosa: vincere e mandare tutti via, a casa.
Grillo è sempre stato un magico monologhista. Qualcuno lo chiama comico e attore, in realtà più che un attore è uno che fa monologhi. Sempre.
Mauro Pecchenino
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