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Giu 28, 2018 Arte & Musica, Cultura
Andrea Cereda – Senza titolo – 2018
La Galleria Bonioni da alcuni giorni presenta, fino a tutta la prima settimana di luglio, La sostanza del ricordo, doppia personale di Andrea Cereda e Alessandro Costanzo, con la curatela di Matteo Galbiati.
Un progetto, ampio e articolato che coinvolge anche Correggio con alcune installazioni, per la prima volta mette a confronto le esperienze artistiche di Andrea Cereda e Alessandro Costanzo, selezionati da Bonioni Arte, nell’ambito di Arteam Cup 2017.
FlipMagazine segue da tempo il percorso artistico di Cereda. Abbiamo sempre apprezzato il suo porsi in maniera onesta e diretta con la sua espressività, attraverso un rapporto quotidiano con i materiali, le lamiere recuperate soprattutto, che lo portano a realizzare opere di forza spontanea e naturale, che ben impattano sul pubblico più attento, ma anche su chi è meno avvezzo a certi linguaggi.
Nella personale da Bonioni Andrea Cereda conferma un talento non sempre sotto controllo, libero com’è di venire fuori con lampi improvvisi, ma che è sempre coerente con una poetica di fondo che si è evoluta negli anni. L’esperienza con Alessandro Costanzo, pittore a sua volta molto legato a più materiali, crea un parallelo interessante, che porta il visitatore a misurarsi con due capacità espressive differenti, ma che ben si sposano in una mostra che non delude mai.
Il curatore Matteo Galbiati sostiene: «In entrambi la scelta di esprimersi rispettivamente con la scultura e con la pittura, mezzi tradizionali, ritrova inedite modalità formali, evidenziando una comune attitudine e convergenza a rinnovarne i codici espressivi e a contaminarne le azioni, portando alla verità di opere che sommano i modi e i mondi di entrambi i linguaggi».
Andrea Cereda si caratterizza ancora una volta per la potenza dei suoi lavori, che negli ultimi anni hanno dato spazio anche a originali installazioni
I lavori di Alessandro Costanzo colpiscono in particolare per la stratificazione dei materiali, la finitura con cera d’api e l’applicazione di piccoli frammenti di carta, che si sollevano dal supporto, occultando una porzione del lavoro.
Mauro Pecchenino
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