FlipMagazine vuole ritornare a scrivere di pensioni, un argomento sempre trascurato e che, tutti i Governi che si succedono in Italia, vorrebbero cancellare dalla propria agenda. In questi giorni si...
Un frame del film – Insospettabili sospetti – (Una storia di pensionati) La notizia è: sempre più elettori sopra ai 60 anni vanno ad infoltire la schiera di coloro che non votano...
Dal Nuovo Quotidiano di Puglia.it Ormai è certo, salvo cambiamenti inaspettati: l’età della pensione arriva a 67 anni. Con la storia dell’aspettativa di vita, è chiaro che i politici e i loro...
Non c’è speranza, basta leggere i media on e off line in queste ore: cambiano i governi eletti o messi lì dai partiti, ma i pensionati e le pensioni, per lo Stato italiano rimangono un fastidioso...
Da QuiFinanza Vogliamo ritornare a scrivere di Pensioni, in Italia un argomento di cui si parla poco e sempre in negativo e con toni intimidatori. Gli anziani vengono minacciati di avere...
Roma, dal corrispondente La politica italiana, o almeno una parte di essa, si sta battendo strenuamente contro una minaccia che rischia di minare seriamente la società così come la conosciamo....
Scena dal film L’oro di Napoli di Vittorio De Sica Tutti sanno ormai che le pensioni “d’oro”, dell’oro di Napoli, da 90mila euro lordi mensili o giù di lì, non tutte frutto dei...
A Roma, un’ assemblea nazionale di tutti i delegati della Cgil in un Palalottomatica gremito in ogni ordine di posto ha messo in luce un sindacato dalla guida forte. Susanna Camusso nel suo...
Un Paese senza idee Il periodo difficile, difficilissimo, per il Mondo, continua. Virus, guerra, prezzi che volano, una fetenzìa. Lascia inoltre stupiti come in Italia, e non solo, la situazione generale sia mediocre.
A me stupisce la mancanza di idee, inventiva e creatività che colpisce l’Italia che, da sempre, sulle idee, ha costruito il suo domani.
La mentalità media è quella del posto fisso, a tutti i livelli, è sufficiente guardarsi intorno. Per esempio, nel mondo dello spettacolo, dove le idee dovrebbero circolare a mille. Invece, due progetti recentissimi, uno con l’attore di Maxibon in televisione e l’altro con l’attore che ha interpretato Buscetta al cinema, sono due remake. E accade nei quiz, negli show serali, tutto ricicciato. Non parliamo della cultura, dove le case editrici pubblicano solo roba sicura che arriva dalla televisione (con poche eccezioni, vedi Viola Ardone) e nelle università dove un sistema impiegatizio, a posto fisso, sullo stile del catasto, appiattisce tutto. Basti sentire quei pochi che cercano di andare in televisione e sparano solo cagate, su tutto. Ho a lungo frequentato le università a Milano, Roma e in altre città, come docente (libero e mantenendo sempre la mia attività di Consulente su e giù per l’Italia e il mondo) di una materia che non aveva impiegati interni qualificati, ma solo gente improvvisata da sistemare. E conosco molto bene il problema di base: chi fa l’impiegato docente interno nelle università non si confronta mai con l’esterno e rimane vecchio e superato, anche se giovane all’anagrafe. Ricordo il docente di una università milanese, per un periodo con tante iscrizioni, che passava il suo tempo in un triste ufficietto di formica e mandava gli assistenti a far lezione, impaurito da chiunque tentasse di dare un contributo. Oggi a 80 anni è ancora lì, della materia per la quale ha un contratto non ha imparato nulla e continua a esser solo sospettoso e superato, da ormai 40 anni. E l’università rimane un luogo più di ignoranza che di sapere. In Italia mancano le idee, la meritocrazia, la creatività e spesso il coraggio nel cercare il lavoro. Tutti si accontentano di posticini fissi e spesso a scadenza e il Paese ne risente: va avanti ignorante e attorcigliato su se stesso. I social media ne sono lo specchio più banale e visibile.
A presto. See you soon. A la prochaine.