Nel 1977 Denari è eletto Presidente del Consorzio Tutela Vini dei Colli della Provincia di Pavia, successivamente trasformato in Consorzio di Tutela Vini Doc Oltrepò Pavese. Manterrà la carica per...
Nel mondo vitivinicolo, e non solo in questo contesto, Antonio Giuseppe Denari era conosciuto come ‘Il Duca Denari’. E’ stato un personaggio di grande rilievo nel mondo agricolo ed in...
Dopo la prima apparizione, si sono susseguite le altre, ogni 4 del mese, per ottanta volte. Tante persone, in quei giorni, avevano raggiunto il Bocco, il luogo dove Angela si recava per...
Mi sono incamminato tante volte dentro la Valle Staffora, tra le montagne dell’Oltrepò Pavese e, dopo avere lasciato il popoloso comune di Varzi, sono salito verso il piccolo paese di Casanova...
Un Paese senza idee Il periodo difficile, difficilissimo, per il Mondo, continua. Virus, guerra, prezzi che volano, una fetenzìa. Lascia inoltre stupiti come in Italia, e non solo, la situazione generale sia mediocre.
A me stupisce la mancanza di idee, inventiva e creatività che colpisce l’Italia che, da sempre, sulle idee, ha costruito il suo domani.
La mentalità media è quella del posto fisso, a tutti i livelli, è sufficiente guardarsi intorno. Per esempio, nel mondo dello spettacolo, dove le idee dovrebbero circolare a mille. Invece, due progetti recentissimi, uno con l’attore di Maxibon in televisione e l’altro con l’attore che ha interpretato Buscetta al cinema, sono due remake. E accade nei quiz, negli show serali, tutto ricicciato. Non parliamo della cultura, dove le case editrici pubblicano solo roba sicura che arriva dalla televisione (con poche eccezioni, vedi Viola Ardone) e nelle università dove un sistema impiegatizio, a posto fisso, sullo stile del catasto, appiattisce tutto. Basti sentire quei pochi che cercano di andare in televisione e sparano solo cagate, su tutto. Ho a lungo frequentato le università a Milano, Roma e in altre città, come docente (libero e mantenendo sempre la mia attività di Consulente su e giù per l’Italia e il mondo) di una materia che non aveva impiegati interni qualificati, ma solo gente improvvisata da sistemare. E conosco molto bene il problema di base: chi fa l’impiegato docente interno nelle università non si confronta mai con l’esterno e rimane vecchio e superato, anche se giovane all’anagrafe. Ricordo il docente di una università milanese, per un periodo con tante iscrizioni, che passava il suo tempo in un triste ufficietto di formica e mandava gli assistenti a far lezione, impaurito da chiunque tentasse di dare un contributo. Oggi a 80 anni è ancora lì, della materia per la quale ha un contratto non ha imparato nulla e continua a esser solo sospettoso e superato, da ormai 40 anni. E l’università rimane un luogo più di ignoranza che di sapere. In Italia mancano le idee, la meritocrazia, la creatività e spesso il coraggio nel cercare il lavoro. Tutti si accontentano di posticini fissi e spesso a scadenza e il Paese ne risente: va avanti ignorante e attorcigliato su se stesso. I social media ne sono lo specchio più banale e visibile.
A presto. See you soon. A la prochaine.