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Ott 31, 2017 L'editoriale
Credo che molti tra noi abbiano desideri non realizzati, in svariati campi. Fin da bambino, ho amato la musica, tutta, classica e moderna, senza distinzioni. All’età di 9/10 anni mia nonna Ermelinda che, a sua volta amava la musica, mi iscrisse ad un corso di chitarra a Genova, con un maestro individuale. Ricordo che iniziai con alcune lezioni di solfeggio, per poi passare allo strumento. Dopo alcuni incontri, il maestro in questione mi disse che avevo una manualità un po’ limitata, che mi impediva di suonare in futuro uno strumento come la chitarra o non ricordo quale altro. Ci rimasi molto male e non volli fare altre verifiche. Così la musica rimase una grande passione come amatore e come giornalista. A distanza di anni, più di un musicista e Fabrizio De André tra i più illustri, mi ha detto che la manualità non c’entra comunque nulla e che avrei potuto benissimo continuare a imparare uno strumento. Da qualche tempo, mi sono appassionato al campo world music che frequento e studio con il piacere dell’ascolto e della scoperta. E devo dire che ammiro la capacità dei musicisti di stare insieme, di suonare e divertirsi insieme, con i loro strumenti e la loro musica. Un po’ li invidio. Credo che la musica sia uno dei più forti collanti sociali. E io che amo lo stare insieme, scherzare, parlare e creare, magari con la compagnia di un buon piatto e un ottimo calice, li guardo con desiderio e vorrei essere uno di loro. La musica, insieme alla Poesia, che frequento e scrivo da sempre, sarebbero i più importanti motori della mia vita.
A presto. See you soon. A la prochaine
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