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Mar 20, 2015 Terza Pagina
Monet, 1919
“Mi piace il mio giardino. Ci sto scrivendo proprio ora nell’incanto del tardo pomeriggio […]. Anche dall’altra parte del ruscelletto che segna i confini del giardino a est, e proprio nel mezzo del campo di fiordalisi al di là, ce n’è uno immenso, un’immagine di grazia e di gloria contro il freddo azzurro del cielo di primavera”.
Nel 1898 viene pubblicato Elizabeth and Her German Garden (Il giardino di Elizabeth), un diario che racconta i mesi trascorsi dalla scrittrice – la von Arnim della fuga a Rügen – nella tenuta Nassenheide (l’odierna Rzędziny, nella Polonia settentrionale, adiacente il confine tedesco), in Pomerania, dove “per venticinque anni non ha vissuto nessuno nella casa, e tanto meno nel giardino, ed è un posto così incantevole […] ma la maggior parte della felicità che io provo in primavera è dovuta all’odore della terra bagnata e delle foglie novelle”. Il libro ebbe un tale successo che l’anno dopo, il 1899, già contava 21 edizioni e inaugurò la carriera letteraria dell’autrice. Se Virginia Woolf riteneva indispensabile avere una stanza tutta per sé, Von Arnim avrebbe sicuramente optato per un giardino. Come darle torto? I giardini – come le isole – sono luoghi che hanno accompagnato la nostra infanzia, territori misteriosi da esplorare con la giusta dose di magia per sognare ad occhi aperti. E chi non conosce o non ha letto Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett? Se non lo sapete, il giardino esiste e lo si può visitare! È in Inghilterra, nel Kent, a Maytham Hall. In questo luogo, tra il 1898 e il 1907, la signora Burnett trascorse intere giornate vagando per il parco e osservando i suoi abitanti. Il piccolo pettirosso che mostra a Mary Lennox la strada per la porta del giardino segreto, in realtà ha davvero guidato l’autrice che scoprì un’entrata nascosta da siepi e felci che le dette l’idea per la storia. Lo stesso volatile potrebbe ripresentarsi e farci da guida alla scoperta della Great Maytham Hall… spettacolare! Facendo un balzo all’indietro, nel XVIII secolo, sempre restando in Inghilterra, il giardino diventa paesaggistico, assume, cioè, la fisionomia di un luogo più (apparentemente) incolto e selvaggio. Nasce, infatti, il landscaping, ossia l’arte di fondere il giardino con il paesaggio. Uno dei primi giardini all’inglese è il Regno giardino di Dessau-Wörlitz in Germania, un chilometrico polmone verde attraversato dai fiumi Elba e Mulde. La creazione di questo gioiello si deve a Leopoldo III principe di Anhalt-Dessau che commissionò a Friedrich Wilhelm von Erdmannsdorff la costruzione del primo edificio neoclassico della Germania, il castello di Wörlitz (1769-1773). Da allora, si possono incontrare, passeggiando per tutto il parco, costruzioni dagli stili più disparati come la casa gotica risalente al 1774 oppure Villa Hamilton, (dal nome dell’ambasciatore inglese a Napoli), un edificio classico con accanto l’isola rocciosa che riproduce il Vesuvio con tanto di caldaia per eruttare. Durante il nostro girovagare, verremo rapiti dal gusto romantico del giardino cinese, dai parchi Wörlitz e Sieglitzer Berg. È un museo naturale e architettonico all’aperto da gustare a piedi, in bicicletta o in gondola. Se decidete di andare in estate, avrete l’imbarazzo della scelta tra i numerosi concerti della stagione musicale che invogliano a continuare a sognare.
Giovanna Scatena
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