Per aprirsi la mente, per crescere, per imparare è necessario viaggiare. Bisogna iniziare subito, fin da giovanissimi. E’ già utile andare in giro da piccoli con i genitori, però la vera...
– Da Travel Stories – FlipMagazine ritiene fin dalla sua nascita che viaggiare significhi essere liberi. Di andare dove si vuole, con chi si vuole, per un periodo che si sceglie. Poi...
Da Focus Méditerranée Sono periodi difficili per i viaggiatori. Gli aeroporti sono controllatissimi (ed è giusto che sia così), ovunque si vedono nemici, c’è un panico latente in giro, è...
Può essere un luogo comune, ma viaggiare rimane una delle cose più interessanti della vita. Certo, viaggiare vuol dire scoprire e per poterlo fare nella maniera giusta è necessario lasciar perdere...
Tramonto su Gerusalemme in un fermo immagine della pellicola ad altissima definizione sulla città (foto Falafel Cafè / Jerusalem US LP) Non vogliamo consigliarvi un viaggio ma suggerirvi un motivo...
Il silenzio partecipativo di FlipMagazine Alcuni lettori mi hanno chiesto se ho deciso di non avere più un dialogo continuo attraverso l’Editoriale. In realtà, ho preferito in questi lunghi mesi, attanagliati dal Virus, stare un po’ in silenzio, un silenzio partecipativo. Parlano e hanno parlato tutti, dai medici con una capacità già acquisita, fino a totali sconosciuti che hanno approfittato della visibilità. Poi tanti giornalisti, pseudo opinionisti, nani, ballerine e, in più, il solito circo di sfigati legati alla politica o a orticelli vari. Tutta gente che senza sparar cazzate non riesce a vivere e bene o male campa su questo, facendo finta di fare il giornalista, il critico d’arte, la ballerina, o altro inventando. Sono stati e continuano a essere mesi difficili, con un’informazione drammatica, con notizie che risentono sempre della politica. In mezzo, le solite ruberie all’italiana, un governo che arranca ma lotta, una cosiddetta opposizione che blatera, senza un briciolo di idea. I telegiornali che danno spazio ai soliti peones che recitano a memoria le veline di partito. E nel cuore di tutto questo scempio, tanti essere umani che stanno male, che vivono con poco sostentamento, con la paura di perdere il lavoro. Un clima di precarietà totale, con un unico sfogo, i social media, che diventano la cloaca dell’insulto e della ripicca. Come sola alternativa, l’elogio alla bellezza, anche fasulla. Su tutto un’ignoranza abissale che fa male.
A presto. See you soon. A la prochaine.
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