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Mag 27, 2014 L'editoriale
In Europa ha stupito tutti l’avanzata cosiddetta populista, in pratica xenofoba, antieuropeista, piena di rabbia e chiusure. La crisi che ha colpito tanti Paesi ha portato uno spontaneo e comprensibile spirito di ribellione e rivalsa, anche perché un’Europa troppo legata ai desideri della Germania e della Merkel ha creato troppe differenze e crisi tra le genti. Politiche sbagliate, mancanza di forza e carattere da parte di alcuni, sottomissioni di altri, hanno completato il quadro. In questo caos un paio di politici hanno trovato un ampio spazio inatteso. La più forte e accreditata da un passato di tradizione familiare è Marine Le Pen, che ha trovato nella debole Francia di oggi con un Presidente inesistente come Hollande, arrivato dopo lo sfascio già prodotto da Sarkozy, terreno fertile per un cambiamento che appare forte e radicale. Non dimentichiamo che la Francia è di base un Paese di destra e c’è poco da stupirsi. Più clamoroso il risultato ottenuto nel Regno Unito da Nigel Garage che con il suo Ukip (United Kingdom Indipendent Party) ha sbaragliato le forze governative e non solo. Farage è un ex conservatore cinquantenne, di lunga esperienza, che ha saputo arrivare alla pancia di un Paese che ha buttato a mare la propria naturale capacità di integrazione e crescita. Ma in questo ultimo lustro girare per la Francia e Il Regno Unito (attenzione Parigi e Londrta non fanno testo) fa arrivare subito agli occhi due Paesi che soffrono disoccupazione, disagio e politica di serie B. Poi c’è l’Italia.. La Lega ha trovato un segretario che ha azzeccato un posizionamento di marketing: oltre al razzismo e alla xenofobia, si è inventato l’avversione all’Euro. Gli è andata bene, con principi da barzelletta. Infatti, poi in Europa ci va Borghezio e, mamma mia che impressione.
A presto. See you soon. A la prochaine.
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