Roma Come è noto, gli americani che girano per le strade USA vestono come capita, con le loro camicie non stiro, grigine, bianche, azzurre e dei vestiti che, lasciamo perdere. Questo aspetto vale...
Foto di scena, Ufficio Stampa Battelli Roma Nella bomboniera del Teatro dei Satiri, la sala Agus, nei vicoli di Roma abbiamo visto un lavoro italiano, semplice, senza fronzoli, che strappa qualche...
Ritratto di Pamela Villoresi, di Tommaso Salamina. Da NCMedia Al Palazzo della Cancelleria, nei pressi di Campo de’ Fiori , fino al 12 aprile, Pamela Villoresi interpreta “Un castello nel...
Roma stuprata da quattro ubriaconi puzzolenti e ignoranti. Una cosa da non credere. In casi come questo, bisogna dare più possibilità di intervento alle forze dell’ordine. Bisogna che si...
La Città eterna è unica al mondo, perché unisce l’intimità e la dimensione umana di un piccolo centro alla cultura e al fascino di una moderna metropoli europea. Impossibile elencare tutti...
Un Paese senza idee Il periodo difficile, difficilissimo, per il Mondo, continua. Virus, guerra, prezzi che volano, una fetenzìa. Lascia inoltre stupiti come in Italia, e non solo, la situazione generale sia mediocre.
A me stupisce la mancanza di idee, inventiva e creatività che colpisce l’Italia che, da sempre, sulle idee, ha costruito il suo domani.
La mentalità media è quella del posto fisso, a tutti i livelli, è sufficiente guardarsi intorno. Per esempio, nel mondo dello spettacolo, dove le idee dovrebbero circolare a mille. Invece, due progetti recentissimi, uno con l’attore di Maxibon in televisione e l’altro con l’attore che ha interpretato Buscetta al cinema, sono due remake. E accade nei quiz, negli show serali, tutto ricicciato. Non parliamo della cultura, dove le case editrici pubblicano solo roba sicura che arriva dalla televisione (con poche eccezioni, vedi Viola Ardone) e nelle università dove un sistema impiegatizio, a posto fisso, sullo stile del catasto, appiattisce tutto. Basti sentire quei pochi che cercano di andare in televisione e sparano solo cagate, su tutto. Ho a lungo frequentato le università a Milano, Roma e in altre città, come docente (libero e mantenendo sempre la mia attività di Consulente su e giù per l’Italia e il mondo) di una materia che non aveva impiegati interni qualificati, ma solo gente improvvisata da sistemare. E conosco molto bene il problema di base: chi fa l’impiegato docente interno nelle università non si confronta mai con l’esterno e rimane vecchio e superato, anche se giovane all’anagrafe. Ricordo il docente di una università milanese, per un periodo con tante iscrizioni, che passava il suo tempo in un triste ufficietto di formica e mandava gli assistenti a far lezione, impaurito da chiunque tentasse di dare un contributo. Oggi a 80 anni è ancora lì, della materia per la quale ha un contratto non ha imparato nulla e continua a esser solo sospettoso e superato, da ormai 40 anni. E l’università rimane un luogo più di ignoranza che di sapere. In Italia mancano le idee, la meritocrazia, la creatività e spesso il coraggio nel cercare il lavoro. Tutti si accontentano di posticini fissi e spesso a scadenza e il Paese ne risente: va avanti ignorante e attorcigliato su se stesso. I social media ne sono lo specchio più banale e visibile.
A presto. See you soon. A la prochaine.