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Giu 07, 2017 Arte & Musica, Cultura
Una buona notizia culturale da Treviso che, dopo anni di mostre spesso solo votate ai grandi numeri e con contenuti discutibili, ha aperto il Museo nazionale Colleziona Salce, che ospita la vastissima raccolta di manifesti pubblicitari del collezionista Ferdinando Salce. Si tratta di circa 25.000 cartelloni e locandine collezionate da Salce, discendente di una famiglia di commercianti di tessuti, durante tutta la sua vita, dal primo pezzo acquistato a 17 anni, fino alla morte, avvenuta nel dicembre 1962.
Oltre ai manifesti, la collezione comprende libri, lettere, latte serigrafate e cartoni sagomati. Un patrimonio che ripercorre, dalla nascita fino al boom degli anni Sessanta, una forma di creatività, nata e cresciuta insieme all’industria dei beni di consumo, vale a dire, l’illustrazione pubblicitaria, che poi si trasformerà nella Comunicazione pubblicitaria moderna. Nel suo testamento Salce donò la raccolta allo Stato: “Perché serva in scuole e accademie preferibilmente locali o del Veneto, a studio e conoscenza di studenti, praticanti e amatori delle arti grafiche”.
Ora la collezione ha trovato una sede definitiva, con archivio e spazio espositivo, nel nuovo Museo nazionale Collezione Salce, nel centro storico di Treviso, negli spazi della chiesa di San Gaetano.
La mostra inaugurale del museo sarà visitabile fino al 24 settembre 2017. Si intitola «La Belle Epoque. Illustri persuasioni. Capolavori pubblicitari dalla Collezione Salce».
In mostra ci sono circa 300 pezzi, tutti interessanti e stimolanti, sia per un pubblico giovane, sia adulto, che testimoniano l’epoca d’oro del cartellonismo.
Con l’intento di stimolare il coinvolgimento dello spettatore davanti ai grandi cartelloni da strada, la mostra di apertura presenta, tra gli altri, le pattinatrici di Jules Chéret, le ballerine di Leonetto Cappiello, le preziose figure di Alfonse Mucha, le dame alla moda di Terzi, di Villa, di Mazza.
Illustra altresì la via italiana al cartellonismo, nella quale i decori floreali e i linearismi convivono con figure accademiche di classica memoria, come nel giovane Marcello Dudovich, in Leopoldo Metlicovtz o in Giovanni Maria Mataloni, autore di quel Incandescenza Auer che fu il primo celeberrimo acquisto di Salce.
Nel 2017 il Museo nazionale Collezione Salce ospiterà altre due mostre: Tra le due guerre (dal 14 luglio al 15 ottobre) e Dal secondo dopoguerra al 1962 (dal 27 ottobre 2017 al 21 gennaio 2018).
Linda Romei
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