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Dic 09, 2013 Attualità, Italia
Nello sfascio italiano i treni rappresentano molto bene un Paese a gambe all’aria. Trenitalia si salva con i Frecciarossa, abbastanza puntali e puliti, veloci, e per chi va spesso a Roma, in particolare, rappresentano un’ottima alternativa all’aereo. Per gli altri treni è meglio stendere un velo pietoso. In pratica, ci sono gli Intercity, cari, sporchi, troppo spesso sballati nei ritardi, nelle fermate in mezzo alla campagna, negli scompartimento maleodoranti.
La situazione più drammatica riguarda però il pendolarismo. Al sud ogni giorno chi si deve spostare per lavoro o studio, vive un dramma senza fine, a livello dei treni di sperduti paesini dell’India. Al nord da poco è nata Trenord, con tanti propositi e promesse, tutte mai mantenute. I treni fanno schifo, sporchi, lerci anzi, puzzolenti, il regno della ruggine e delle croste, ovunque. Sono sempre in ritardo, arrivano ad accumulare 30 minuti di ritardo su 30 Km di percorso. Poi, non esiste giorno in cui il ritardo su una media di 50 Km non sia intorno ai 10/15 minuti. FlipMagazine, prima di scrivere queste note, ha provato le mancanze dei trasporti ferroviari, macinando centinaia di Km di persona, sulla propria pelle. Tutto verificato, ahinoi. Ci chiediamo con che criterio vengano preparati gli orari ufficiali. Infatti sono tutti sbagliati, come minimo di una media di un quarto d’ora per corsa. Altra tragedia è rappresentata dal personale Trenord, esclusi, a volte, i più giovani. Un personale maleducato, incompetente, che non conosce neppure le regole di base. Per esempio, se non si riesce a timbrare il biglietto (in tutte le stazioni italiane funziona un’obliteratrice su sei), sul biglietto c’è scritto che bisogna avvisare il personale “o” collocarsi nella prima vettura. Abbiamo visto con i nostri occhi capitreno arroganti che volevano multare i passeggeri che non li avevano cercati (dove non si sa) e sostavano, come sostiene, appunto, la legge nella prima carrozza. Una tragedia i treni in Italia, specchio di un Paese in rovina.
Alma Sastri
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