Ghali, da Rapburger Vogliamo dedicare spazio a Ghali Amdouni il performer di rap e trap italiano di origini tunisine, conosciuto semplicemente come Ghali. I lettori di FlipMagazine sanno che diamo...
Continua senza sosta, senza necessità di pause, l’azione dei terroristi di Daesch e affini. Dagli USA si sbandierano ogni giorno successi di bombardamenti un po’ casuali e si chiacchiera. Stop....
Ci troviamo, come spesso accade, del tutto in linea con quanto scrive Ernesto Galli della Loggia dalle colonne del Corriere della Sera. Quanto sta accadendo nel mondo, dalla Siria, alla Libia, dalla...
Roma, dal corrispondente Con il ballottaggio del 21 dicembre la Tunisia può dire di aver concluso più che positivamente il percorso democratico iniziato nel 2011, con la cosiddetta Rivoluzione dei...
David Rowe, FRG use only Ogni tanto è lecito illudersi. La notizia è che noi ci siamo illusi. Pensavamo che questo governo, guidato da Letta fosse un poco meglio degli altri. Ahinoi, passano i...
Un Paese senza idee Il periodo difficile, difficilissimo, per il Mondo, continua. Virus, guerra, prezzi che volano, una fetenzìa. Lascia inoltre stupiti come in Italia, e non solo, la situazione generale sia mediocre.
A me stupisce la mancanza di idee, inventiva e creatività che colpisce l’Italia che, da sempre, sulle idee, ha costruito il suo domani.
La mentalità media è quella del posto fisso, a tutti i livelli, è sufficiente guardarsi intorno. Per esempio, nel mondo dello spettacolo, dove le idee dovrebbero circolare a mille. Invece, due progetti recentissimi, uno con l’attore di Maxibon in televisione e l’altro con l’attore che ha interpretato Buscetta al cinema, sono due remake. E accade nei quiz, negli show serali, tutto ricicciato. Non parliamo della cultura, dove le case editrici pubblicano solo roba sicura che arriva dalla televisione (con poche eccezioni, vedi Viola Ardone) e nelle università dove un sistema impiegatizio, a posto fisso, sullo stile del catasto, appiattisce tutto. Basti sentire quei pochi che cercano di andare in televisione e sparano solo cagate, su tutto. Ho a lungo frequentato le università a Milano, Roma e in altre città, come docente (libero e mantenendo sempre la mia attività di Consulente su e giù per l’Italia e il mondo) di una materia che non aveva impiegati interni qualificati, ma solo gente improvvisata da sistemare. E conosco molto bene il problema di base: chi fa l’impiegato docente interno nelle università non si confronta mai con l’esterno e rimane vecchio e superato, anche se giovane all’anagrafe. Ricordo il docente di una università milanese, per un periodo con tante iscrizioni, che passava il suo tempo in un triste ufficietto di formica e mandava gli assistenti a far lezione, impaurito da chiunque tentasse di dare un contributo. Oggi a 80 anni è ancora lì, della materia per la quale ha un contratto non ha imparato nulla e continua a esser solo sospettoso e superato, da ormai 40 anni. E l’università rimane un luogo più di ignoranza che di sapere. In Italia mancano le idee, la meritocrazia, la creatività e spesso il coraggio nel cercare il lavoro. Tutti si accontentano di posticini fissi e spesso a scadenza e il Paese ne risente: va avanti ignorante e attorcigliato su se stesso. I social media ne sono lo specchio più banale e visibile.
A presto. See you soon. A la prochaine.