Tromboni sfiatati
Cari Amici Lettori, continua il mio personale dolore nel seguire le vicende dell’Afghanistan. Ogni giorno è sempre un giorno peggiore, con povere anime che si nascondono, soffrono, hanno paura. Questa volta, molto più che in Vietnam, gli USA hanno commesso un errore dietro all’altro. Non hanno risolto nulla quando erano presenti sul territorio e poi, senza un minimo di strategia e programma, se ne sono andati, quasi avessero fretta di dimostrare al mondo che erano lì per caso. Una disfatta politica, morale, internazionale. D’altro canto cosa ci si può aspettare da un Paese che è ritornato, dopo la ventata Obama, a proporre presidenti vecchi, scoppiati, senza idee, a parte quella di farsi vedere e sparare cazzate al vento. Lo scriviamo spesso, abbiamo studiato alla scuola Americana e ci sembra impossibile, incredibile, che la nazione del MIT, di Yale, di Harvard, della Columbia University, riesca a produrre solo tromboni, senza fiato. A presto. See you soon. A la prochaine. mauropecchenino@icloud.com