Ultimo Aggiornamento lunedì 22 Febbraio 2021, 3:38
Feb 24, 2020 Cultura, Teatro & Cinema
Il protagonista Roberto Herlitzka
Roma
In un’attesissima prima nazionale assoluta, il 25 marzo al Teatro Basilica, Roberto Herlitzka interpreta Enrico IV di Luigi Pirandello, per la regia di Antonio Calenda. Le repliche proseguiranno fino all’8 marzo.
Nel folle ruolo di chi decide di fingersi pazzo-per-sempre che nel 1980 fu di Giorgio Albertazzi, ci sarà uno dei più grandi protagonisti del teatro italiano.
Roberto Herlitzka è un attore poliedrico, sempre in ricerca, che nei suoi 83 anni è stato protagonista di successi indimenticabili. Solo per citarne qualcuno, al cinema ha vestito i panni di Aldo Moro in “Buongiorno, notte” di Marco Bellocchio, ruolo per il quale si è aggiudicato il David di Donatello, un Nastro d’argento e il Premio Pasinetti al Festival di Venezia. Ha segnato la storia del teatro con alcune interpretazioni straordinarie di soggetti teatrali classici e contemporanei, diretto da registi del calibro di Orazio Costa – suo maestro – Luca Ronconi, Lina Wertmüller. Con quest’ultima ha interpretato il ruolo della anziana madre nazista in “Lasciami andare madre” tratto dal testo di Helga Scneider, vincendo il Premio Gassman.
Lunga e fruttuosa la collaborazione con Antonio Calenda, iniziata nel 1969 con “Coriolano” e proseguita fino a “Re Lear” – entrambi di Shakespeare -, che ha debuttato nel 2004.
A proposito di questa nuova esperienza teatrale, il regista esprime il suo compiacimento con queste parole: “Ritrovo un compagno di tanti viaggi teatrali, un attore raffinato e implacabile nel suo volere continuamente cercare, una delle figure rare di artista-intellettuale”. E aggiunge: “Guardo Roberto Herlitzka e ripenso alle tante esperienze artistiche condivise. Lo sento pronunciare le prime battute dell’Enrico IV e mi convinco che siamo nel momento giusto per mettere in scena quest’opera-mondo, un trattato purissimo di filosofia sciolto in forma drammatica, in grado di raccontare, meglio e più di altri testi, la follia di un mondo deragliato, il nostro, in cui regna la pura legge del caos”.
La trama pirandelliana mette al centro della rappresentazione un nobile del primo ‘900 che si traveste da Enrico IV di Franconia per partecipare a una cavalcata in costume insieme a Matilde (Daniela Giovanetti), la donna di cui è innamorato, e al barone Tito Belcredi (Armando De Ceccon), suo rivale in amore. Quest’ultimo disarciona il primo, che cadendo batte la testa. Una volta rialzatosi, l’uomo si convince di essere realmente il personaggio storico che stava impersonando. Pu essendo guarito dopo dodici anni, Enrico IV continua a fingersi pazzo per non voler vedere la realtà dolorosa dell’amore perduto. Uno psichiatra interessato alla strana malattia di quest’uomo pensa di poterlo guarire allestendo nuovamente la scena nella quale l’uomo perse la memoria; ma questa volta Enrico IV – il folle che si finge pazzo – sguaina la spada e uccide Belcredi. Per sfuggire definitivamente alla realtà e alle conseguenze del suo gesto, decide di fingersi pazzo per sempre.
“Trattando il testo di Pirandello come un classico contemporaneo, – racconta ancora Calenda – intendo scavarne le necessità che l’oggi ci impone: nell’ossessione del protagonista, vedo un magma di sentimenti, un dispositivo infinito di proiezioni e sdoppiamenti che apre, usando una chiave mitica e onirica, alla tragedia di questo nostro tempo, dove basta operare un piccolo gesto di dissenso per sentirsi diseredati, soli”.
La chiave interpretativa di questo spettacolo, dunque, sta nelle maschere che girano intorno a Enrico IV, che a sua volta ne indossa diverse, e che pongono inquietanti interrogativi: chi dice la verità? Chi è il vero pazzo? “Mettendo sul capo di Roberto Herlitzka la corona del re pazzo – conclude Antonio Calenda – gli affido il bastone del rabdomante, perché possa rivelarci senza paura fino a che punto il mondo ha saputo convivere con la propria follia, fino a farla coincidere con il pensiero dominante, erigendo sull’ipocrisia e sul consenso i pilastri di questa nostra società”.
Da vedere assolutamente. E per tante buone ragioni!
Angelina Marcelli
happy wheels
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