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Ott 24, 2014 Terza Pagina
Un ritratto di Tupac Shakur
All’inizio degli anni Novanta capitammo quasi per caso ad una serata di Tupac Shakur a NYC. Ne avevamo sentito parlare, ma non lo conoscevamo. Reazione: un grande impatto, una musica che entrava subito in circolo e la voglia di capire meglio che cosa è il Rap, la parola significa più o meno sillabare, chiacchierare. Poi Londra e MF Doom hanno rincarato la dose. Un mix di musica e testo nato nelle gattabuie degli USA, dove i detenuti neri si tranquillizzavano e passavano un po’ di tempo, raccontando ad alta voce il loro stato. Poi, la parola unita alla musica, di solito lavorata da un DJ ha dato vita al Rap, parte fondamentale del movimento hip hop, con la sua cultura della strada, della competizione, della sfida, oggi con un grandissimo seguito in Europa e in particolare in Italia. Il look fatto di pantaloni largi, scarpe senza stringhe, capelli rasati o tagliati corti, insieme ai tanti tatuaggi viene sempre dai giovani afroamericani che nelle prigioni erano rapati a zero, non avevano le stringhe e indossavano roba di altri, con taglie spesso enormi.
Ma veniamo all’Italia. Il fenomeno ha notevole successo, ci sono vari contest, ne citiamo uno a caso, Tecniche perfette, dove i giovani si possono esibire e mettere in luce, anche nello stile a braccio(free style). Negli ultimi quindici anni sono tanti i performer, quasi sempre anche autori, che hanno scalato le classifiche. Sono i nuovi cantautori, come ha detto Francesco De Gregori? Non è facile rispondere in maniera sicura, perché spesso il rapper scrive i testi e lavora su basi musicali mixate. Però è certo che non è più un fenomeno di nicchia e sulla Rete prende il sopravvento e conquista i giovani e giovanissimi. In alcuni casi, sempre più numerosi, i testi sono efficaci, diretti, coinvolgenti, poetici. Spesso sono un salutare pugno nello stomaco. Dicono cose che i giovani percepiscono subito e questo è un gran pregio. A FlipMagazine il Rap piace, stimola, assorbe. Per chi vuole ascoltare roba buona consigliamo, dagli USA: Nicki Minaj, Wiz Khalifa, Drake, Snoop Dogg. Dall’Italia: Salmo, Nesli, Marracash, Clementino, Vacca, fino agli ormai molto noti Mondo Marcio, Fedez, Fabri Fibra, Emis Killa.
Vien voglia di ballare, di muoversi, di rappare, anche a chi non ha mai frequentato il genere.
Mauro Pecchenino
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