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Dic 10, 2017 Arte & Musica, Cultura
Da Il Messaggero
Roma
Lando Fiorini ci ha lasciati. Era malato da tempo e vabbè funziona così.
Però, ammazza che tristezza.
Io ho iniziato molto giovane a lavorare a Roma. Era la fine degli anni Settanta e Roma era in bel fermento. Io scrivevo per un paio di giornali e per uno andavo ad incontrare pittori, scultori e gente di spettacolo. Ne ho conosciuti tanti in due anni di vita nella capitale.
Era una Roma che usciva dai periodi difficili seguiti agli anni Cinquanta, seguiti dal brio dei Sessanta e la speranza dei Settanta e il cuore artistico pulsava forte.
Da più o meno un decennio, a Trastevere aveva aperto il suo piccolo palcoscenico il Puff, in via Giggi Zanazzo, tra i vicoli magnifici del quartiere e Lando Fiorini ne era l’ispiratore, il motore, il re. Dominava la scena di quel locale, dove se magnava pure, robba de Roma, piatti buoni e robusti. Lando dava anche spazio a nuovi talenti, è stato un talent scout per tanti, come Montesano, Mattioli, Banfi, solo per citarne alcuni.
Varie volte ho incontrato Lando nel suo regno e aveva sempre una naturale gentilezza e un sorriso aperto, simpatico e coinvolgente. Una volta mi disse: ”Io canto per me e per gli altri, canto Roma mia e canto anche perché voglio far conoscere Roma alla gente”.
E lui è sempre stato coerente, con un progetto artistico ben mirato, cantava canzoni nella sua lingua, il romanesco e cantava Roma al mondo.
Ha avuto una bella carriere Lando, da Rugantino, alla televisione, ai festival dell’epoca come Cantagiro e Canzonissima. Ma rimaneva sempre un menestrello di Roma, fedele, innamorato di Trastevere e della sua tradizione.
Credo non si riconoscesse nella Roma devastata e violenta di oggi, una Roma per molti aspetti irriconoscibile. Lui è rimasto un testimone di questa città, come Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Alberto Sordi e oggi Sabrina Ferilli e Gigi Proietti.
Rimarranno indimenticabili le sue versioni di Ciumachella de Trastevere, Roma nun fa’ la stupida stasera. Lella, Cento campane, Barcarolo romano e tanti altri brani.
Un saluto Lando, core de Roma e core nostro.
Mauro Pecchenino
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