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Feb 03, 2018 Attualità, Italia
La RAI e la televisione generalista hanno paura delle novità e ad ogni stagione propinano sempre la tessa sbobba, seguita da un pubblico abitudinario.
In questa stagione la mancanza di novità è sublimata in un flop e in una conferma, entrambi su RAI 1.
Il flop RAI è il programma di Fazio, strapagato per passare dalla nicchia di Rai 3 all’ampia platea della rete principale. Il programma è sempre uguale a se stesso, con il pretino conduttore che officia sempre la stessa messa di paese. Prova a invitare ospiti internazionali, ma non cambia nulla, le sue interviste sono lassative. Inoltre ci sono sempre i soliti entusiasmi gratuiti, un po’ di musica per gli sponsor, il contorno da fasta parrocchiale. In peggio poi c’è anche la Littizzetto, sempre più sfiatata. A parer nostro, non ha mai fatto ridere, tra volgarità e luoghi comuni. Ora, fa piangere, con tiritere penose e volgari insieme, come quella menata sui rutti. Veramente una presenza inutile, così come sono inutili la trasmissione e i duetti insulsi e poverissimi con lo spento conduttore. L’unica presenza decente, perlomeno è una donna con una certa classe e eleganza, è Filippa Lagerback, che ha pochissimo spazio.
La conferma RAI è Don Matteo, arrivato all’undicesima edizione. Qui c’è stato qualche timido cambiamento, nel cast soprattutto, ma l’impianto rimane sempre lo stesso. Un Padre Brown dei poveri, con Terence Hill che conosce solo due espressioni: attonito e sorridente. Intorno ci sono Scali e la Guetta, bravi caratteristi e poi Nino Frassica, come sempre una presenza piacevole, anche se diviso tra un ruolo sciocchino e una collaborazione con Fazio che non è all’altezza della sua bravura. Ma Don Matteo piace ai target che guardano queste storielle leggere e va avanti.
La stessa sbobba, mancano le idee, gli autori, manca tutto, per fare una televisione generalista decente. Intanto, ci scassano i cabasisi con i talk show politici. All’abate Vespa l’ardua sentenza.
Mingo Klaus Fabbrini
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