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Ott 21, 2016 L'editoriale
In altra sezione del nostro giornale, si sostiene che l’Italia sia un Paese fallito, per come tratta i giovani, soprattutto. Lo vogliamo ribadire con forza: l’Italia è un Paese fallito, per una serie di motivi che andiamo a snocciolare. In primis, perché è in mano alla corruzione e al malaffare e nessuno prova a contrastare questo fenomeno endemico. Ogni tanto qualche magistrato, poliziotto, carabiniere ci prova e di solito viene fatto fuori. E’ e un Paese dove il merito vale come il due di coppe. Vale la parentela, le conoscenze, leccare il culo, mettersi a pecora. E’ un Paese ignorante, perché la scuola funziona male, non per colpa degli insegnanti e l’università è scarsa e qui anche per colpa dei docenti di ruolo, impiegati di stato, messi lì per curatele e concorsi truccati. L’Italia è un Paese fallito, perché ha la politica in mano a guitti da due soldi che pensano solo a salvarsi le chiappe e a fare i propri interessi. E’ fallito perché non cura la ricerca, perché non sviluppa lavoro, perché le tasse sono oltre il 50% e gli incassi (spesso ridicoli), in generale non corrispondono mai alle bollette e alle tasse che invece hanno scadenze precise e insormontabili. E’ un Paese fallito, perché non fa differenza tra ignoranti e non. E non sa valorizzare le proprie bellezze e ricchezze.E il digitale in questo senso fa danno, perché appiattisce tutto, livella tutti, verso il basso. Prima, per fare un esempio, qualsiasi scribacchino del cazzo si doveva pagare il libro, se voleva pubblicare le sue porcate. Oggi, basta rivolgersi alla Rete e per pochi euro si diventa scrittori di un par di balle. E il Paese precipita, si oscura, fa piangere, si contorce su se stesso.
A presto. See you soon. A la prochaine. mauropecchenino@icloud.com
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