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Feb 23, 2020 Cultura, Teatro & Cinema
Gabriele Lavia – Foto di Filippo Manzini
Roma
Gabriele Lavia, si inchina al pubblico, ha appena raccontato il suo Jacques Prévert, nello spettacolo I ragazzi che si amano.
Se lo spettacolo fosse terminato su un palcoscenico di Parigi, il pubblico in piedi griderebbe Bravo Bravo! termine usato nella lingua francese, al maschile e al femminile, per esprimere il proprio entusiasmo.
Ma anche il pubblico romano rimane incantato, di fronte alla bravura dell’attore e regista che cattura con i testi poetici di Prevért appunto, che sente e ama con forza.
Tutto questo si evince da come racconta i versi immortali del poeta francese, che visse l’esistenzialismo e la poetica delle cave del Quartier Latino, tra un bicchiere di rosso, una pipa fumante e decine di papier mais.
Un altro mondo, rispetto ad oggi, che ha colpito alcuni giovanissimi dell’epoca (chi scrive è uno di questi) e che portano nel cuore e nell’anima le parole semplici, figlie di un linguaggio quotidiano, come direbbe qualche critico, e che centrano il segno del sentimento e dell’anima.
E’ stato un grande Autore Prévert e non sempre è stato apprezzato per la sua forza. Spesso, anzi è stato giudicato un poeta dei facili sentimenti e chi ha detto e scritto questo giudizio, a parer nostro, non ha capito una mazza.
D’altro canto, viviamo in un’epoca in cui il primo fesso che passa per strada dice la sua e sui media imperano i cazzari, a buon mercato, nel mondo della critica letteraria, nella critica d’arte et altera.
Lo spettacolo di Lavia è bello e profondo, coinvolgente e colto, pur nella sua semplicità.
Lavia è un portento.
Uno spettacolo da vedere, in un Eliseo che sembra attendere la fine. Mah…
Mauro Pecchenino
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