Questo insolito Natale 2020 sarà interpretato a Todi in maniera del tutto originale. Data l’impossibilità di svolgere eventi culturali dinamici, al fine di evitare spostamenti e assembramenti,...
Roma Abbiamo vissuto un periodo di Ottobrata Romana, tra centro e costa, fino all’interno, sotto alla collina. Un po’ come accadeva quando la Capitale era percorsa dai carretti trainati dai...
Roma Cortometraggi sugli animali, per ricordare i nostri compagni di vita e gli esseri viventi che la natura ci regala. In particolare, cani e gatti presenze costanti e preziose, soprattutto per chi...
Roma Venerdì 25 Settembre in via Margutta, durante la ventitreesima edizione dell’evento “ModArt”, in una serata che miscela arte e spettacolo, viene consegnato il “Premio Margutta”,...
La vita di Ynés Mexia è un ottimo esempio di come non sia mai troppo tardi per trovare la propria vocazione. La sua le si rivelò a 55 anni – dopo che la vita le ebbe messo davanti parecchie...
Dopo la prima apparizione, si sono susseguite le altre, ogni 4 del mese, per ottanta volte. Tante persone, in quei giorni, avevano raggiunto il Bocco, il luogo dove Angela si recava per...
Mi sono incamminato tante volte dentro la Valle Staffora, tra le montagne dell’Oltrepò Pavese e, dopo avere lasciato il popoloso comune di Varzi, sono salito verso il piccolo paese di Casanova...
Un Paese senza idee Il periodo difficile, difficilissimo, per il Mondo, continua. Virus, guerra, prezzi che volano, una fetenzìa. Lascia inoltre stupiti come in Italia, e non solo, la situazione generale sia mediocre.
A me stupisce la mancanza di idee, inventiva e creatività che colpisce l’Italia che, da sempre, sulle idee, ha costruito il suo domani.
La mentalità media è quella del posto fisso, a tutti i livelli, è sufficiente guardarsi intorno. Per esempio, nel mondo dello spettacolo, dove le idee dovrebbero circolare a mille. Invece, due progetti recentissimi, uno con l’attore di Maxibon in televisione e l’altro con l’attore che ha interpretato Buscetta al cinema, sono due remake. E accade nei quiz, negli show serali, tutto ricicciato. Non parliamo della cultura, dove le case editrici pubblicano solo roba sicura che arriva dalla televisione (con poche eccezioni, vedi Viola Ardone) e nelle università dove un sistema impiegatizio, a posto fisso, sullo stile del catasto, appiattisce tutto. Basti sentire quei pochi che cercano di andare in televisione e sparano solo cagate, su tutto. Ho a lungo frequentato le università a Milano, Roma e in altre città, come docente (libero e mantenendo sempre la mia attività di Consulente su e giù per l’Italia e il mondo) di una materia che non aveva impiegati interni qualificati, ma solo gente improvvisata da sistemare. E conosco molto bene il problema di base: chi fa l’impiegato docente interno nelle università non si confronta mai con l’esterno e rimane vecchio e superato, anche se giovane all’anagrafe. Ricordo il docente di una università milanese, per un periodo con tante iscrizioni, che passava il suo tempo in un triste ufficietto di formica e mandava gli assistenti a far lezione, impaurito da chiunque tentasse di dare un contributo. Oggi a 80 anni è ancora lì, della materia per la quale ha un contratto non ha imparato nulla e continua a esser solo sospettoso e superato, da ormai 40 anni. E l’università rimane un luogo più di ignoranza che di sapere. In Italia mancano le idee, la meritocrazia, la creatività e spesso il coraggio nel cercare il lavoro. Tutti si accontentano di posticini fissi e spesso a scadenza e il Paese ne risente: va avanti ignorante e attorcigliato su se stesso. I social media ne sono lo specchio più banale e visibile.
A presto. See you soon. A la prochaine.