Genova, poverina ha visto passare oltre un mese dalla sua tragedia e, in pratica, non è cambiato nulla. FlipMagazine ha deciso di non pubblicare più articoli, per alcuni giorni, per rispettare con...
FlipMagazine in queste settimane ha deciso di fare una scelta non facile. Ha deciso di astenersi dal pubblicare, in questo casino immondo di parole inutili che hanno invaso i media dopo la tragedia...
Genova Tragedia a Genova e, ancora una volta, l’Italia cade a pezzi, causando dolore e miseria. Ormai è all’ordine del giorno, tra terremoti, nubifragi e incuria legata alla corruzione e alle...
Alessio Figalli, orgoglio italiano Il Premio internazionale, importantissimo, al giovane matematico Alessio Figalli ci ricorda che tra i cosiddetti Paesi civili, l’Italia è il meno meritocratico....
Image from Flickr Sic transit gloria mundi. Nell’era digitale tutto è effimero, dal successo alla notorietà. Mentre si pensa di aver raggiunto una meta, quella meta è già obsoleta. Bisogna...
Un’estate strana. Con avvenimenti improvvisi e fulminanti, come le condizioni di salute di Sergio Marchionne e la lotta per gli sbarchi. Un’estate strana anche per la politica, con un governo dal...
Matteo Salvini sta dilagando nella popolarità, proprio come era accaduto prima a Berlusconi e Renzi. Sono i classici innamoramenti repentini degli Italiani. L’Italiano è fatto così, si infiamma...
In Italia non funziona niente, lo ripeteremo fino alla nausea. Noi di FlipMagazine lo scriviamo spesso e dobbiamo constatare che saremmo costretti a scriverlo ancora più di frequente. Questa volta...
Un magnifico esemplare -Da Blogo- Stiamo andando incontro nella BellaItalia ad una estate di desolazione. Non c’è un governo, lo spread corre in vetta, tutti litigano come allievi indisciplinati...
Da alcune settimane si possono vedere messaggi di Comunicazione di un paio di banche italiane, in particolare, Crédit Agricole e Unicredit ma, in giro sui media, potrebbero essercene altre che non...
Un Paese senza idee Il periodo difficile, difficilissimo, per il Mondo, continua. Virus, guerra, prezzi che volano, una fetenzìa. Lascia inoltre stupiti come in Italia, e non solo, la situazione generale sia mediocre.
A me stupisce la mancanza di idee, inventiva e creatività che colpisce l’Italia che, da sempre, sulle idee, ha costruito il suo domani.
La mentalità media è quella del posto fisso, a tutti i livelli, è sufficiente guardarsi intorno. Per esempio, nel mondo dello spettacolo, dove le idee dovrebbero circolare a mille. Invece, due progetti recentissimi, uno con l’attore di Maxibon in televisione e l’altro con l’attore che ha interpretato Buscetta al cinema, sono due remake. E accade nei quiz, negli show serali, tutto ricicciato. Non parliamo della cultura, dove le case editrici pubblicano solo roba sicura che arriva dalla televisione (con poche eccezioni, vedi Viola Ardone) e nelle università dove un sistema impiegatizio, a posto fisso, sullo stile del catasto, appiattisce tutto. Basti sentire quei pochi che cercano di andare in televisione e sparano solo cagate, su tutto. Ho a lungo frequentato le università a Milano, Roma e in altre città, come docente (libero e mantenendo sempre la mia attività di Consulente su e giù per l’Italia e il mondo) di una materia che non aveva impiegati interni qualificati, ma solo gente improvvisata da sistemare. E conosco molto bene il problema di base: chi fa l’impiegato docente interno nelle università non si confronta mai con l’esterno e rimane vecchio e superato, anche se giovane all’anagrafe. Ricordo il docente di una università milanese, per un periodo con tante iscrizioni, che passava il suo tempo in un triste ufficietto di formica e mandava gli assistenti a far lezione, impaurito da chiunque tentasse di dare un contributo. Oggi a 80 anni è ancora lì, della materia per la quale ha un contratto non ha imparato nulla e continua a esser solo sospettoso e superato, da ormai 40 anni. E l’università rimane un luogo più di ignoranza che di sapere. In Italia mancano le idee, la meritocrazia, la creatività e spesso il coraggio nel cercare il lavoro. Tutti si accontentano di posticini fissi e spesso a scadenza e il Paese ne risente: va avanti ignorante e attorcigliato su se stesso. I social media ne sono lo specchio più banale e visibile.
A presto. See you soon. A la prochaine.