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Apr 12, 2013 Terza Pagina
Andy Warhol, 1986, self portrait
Andy Warhol fa sempre notizia e garantisce ai musei il tutto esaurito. Grande successo e visitatori entusiasti accorrono in questi giorni al Museo del Novecento di Milano, in occasione della mostra “Andy Warhol Stardust”, che raccoglie alcune delle più significative stampe che compongono la collezione di Bank of America Merryl Lynch. Aperta da pochi giorni questa mostra ha già fatto parlare di sé e continuerà ad attrarre visitatori fino a settembre.
L’opera di Warhol viene qui riproposta attraverso le sue realizzazioni più note, da Campbell’s Soup, simbolo della produzione industriale seriale americana, passando per Grapes, Space fruits e Flowers fino alla serie Myths che raffigura i personaggi icona del XX secolo. Marylin Monroe, Albert Einstein, Freud, Topolino, Superman e Babbo Natale tra i soggetti più celebri raffigurati dall’artista, che traeva profonda ispirazione dalla cultura Pop americana e dalle tradizioni popolari in genere. Accanto a questi, anche le drag queen newyorkesi compaiono in tutto il loro splendore sulle stampe realizzate nella Factory, spazio collettivo per la libera creatività fondato dall’artista, una vera fucina di giovani talenti che ha dato all’arte autentici punti di riferimento, come Jean Michael Basquiat.
Figlia della cultura di cui erano intrisi gli anni in cui operava, anche l’opera di Warhol diventava mera produzione seriale destinata ad essere venduta come qualsiasi altro prodotto industriale. Da qui la scelta di soggetti riconosciuti e accattivanti e della ripetitività seriale vuotata di significato. La tecnica messa a punto da Warhol era molto semplice e, ovviamente, standardizzata: con una Polaroid Big Shot l’artista realizzava circa 60 scatti per ogni soggetto, ne selezionava quindi 4, ne stampava uno, lo rielaborava, lo ingrandiva e lo faceva serigrafare, spesso con polvere di diamante.
Mischiare arte e produzione industriale è un controsenso? Andy Warhol soleva descrivere l’artista come: “Colui che realizza cose di cui la gente non ha bisogno”. Non è forse questo il principio alla base del moderno consumismo?
Warhol è stato un talento creativo molto acuto e cinico nell’osservare la realtà. Non sarebbe del resto la prima volta in cui l’arte si accosta a mondi apparentemente diversi , con scopi fortemente provocatori e dissacratori.
Barbara Pellegrini
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