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Nov 04, 2018 Arte & Musica, Cultura
Firenze
Le celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci (1452-1519) iniziano con un’anteprima in grande stile agli Uffizi a Firenze. Fino al 20 gennaio 2019, nell’aula Magliabechiana è allestita una mostra molto originale: “L’acqua microscopio della natura. Il codice Leicester di Leonardo da Vinci”.
Dopo circa due anni di lavori preparatori finalmente ha preso corpo il progetto delle Gallerie degli Uffizi e del Museo Galileo, realizzato col determinante contributo di Fondazione CR Firenze e curato da Paolo Galluzzi. Grazie al Codescope, un innovativo apparato multimediale, il visitatore potrà visualizzare i documenti su schermi digitali, potrà sfogliarli, vederne la trascrizione, la traduzione e addirittura potrà effettuare il rovesciamento speculare della scrittura mancina di Leonardo. Sono anche stati realizzati dei filmati digitali che arricchiscono la mostra e che sono anche fruibili sui siti web degli Uffizi e del Museo Galileo.
Fra i molti fogli vinciani esposti, il protagonista principale è il Codice Leicester, un’opera fitta di annotazioni e di disegni stilati tra il 1504 e il 1508 che riguardano prevalentemente l’acqua, elemento su cui Leonardo ha compiuto indagini straordinariamente penetranti per comprenderne la natura, sfruttarne l’energia e controllarne i potenziali effetti rovinosi. Non mancano riflessioni anche su altri temi quali la costituzione materiale della Luna, la natura della sua luminosità, e la storia del pianeta Terra, nelle sue continue trasformazioni. La mostra, quindi, vuole mettere in rilievo Leonardo nella veste di scienziato, protagonista d’eccellenza de “La Scuola del Mondo”, ovvero quella particolare fase della storia di Firenze che ha visto la presenza contemporanea in città di grandissimi personaggi delle lettere, delle arti e delle scienze.
Dopo un lungo girovagare, il Codice ritorna temporaneamente a Firenze. Il manoscritto, infatti, ebbe fin da subito una grande fortuna e prese a circolare in tutta Europa. Il 1537 arrivò a Roma nelle mani di Guglielmo Porta e vi rimase fino al 1717, quando fu acquistato da Thomas Coke, conte di Leicester e portato a Firenze per farne eseguire delle copie. L’originale rimase di proprietà degli eredi a Londra fino al 1980. Il Codice fu acquistato dal petroliere e collezionista d’arte Armand Hammer e alla sua morte fu lasciato all’Università della California. Nel 1994 il manoscritto di Leonardo fu rimesso in vendita e battuto all’asta alla cifra di 30.802.500 dollari. Se lo aggiudicò Bill Gates.
Angelina Marcelli
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